lunedì 7 maggio 2007

IL FILO AMERICANO


Alla fine i Francesi hanno scelto il filoamericano Sarkozy. Fortunatamente e' un politico da quattro soldi molto ambizioso e che segue il successo a tutti i costi. Quindi ,oggi e' conservatore o di destra se ancora si puo' dividere ancora la politica in questo modo. Ma fortunatamente non e' un politico che crea e fa storia come fu De Gaulle ma un semplice opportunista che si pieghera' dalla parte dove soffiera' il vento, questa e' la speranza.


Anche Brzezinski, come Gardner, disse: «Non possiamo balzare nel governo mondiale con un solo balzo».
Parlava, come detto, a Gorbachev.
Che era d'accordo (forse ricorderete: ripeteva pii fraseggi che gli erano stati suggeriti sulla «casa comune europea dall'Atlantico agli Urali».
Putin è d'altra pasta, e ciò induce a prevedere che l'asse Sarkozy-Merkel, filo-americano o meglio sub-americano, porterà l'Europa al rigelo con Mosca, appoggiando le situazioni conflittuali già create dagli USA con i missili che vuol piazzare in Polonia e Cekia.
L'alleanza franco-tedesca americanista trasformerà le esigenze dettate dal business USA alla Commissione Europea; questa trasformerà i desiderata di Monsanto e della lobby in «direttive»; i nostri governi servili le ratificheranno una ad una, facendole diventare «leggi dello Stato».
Il metodo è collaudato, e non ha mai svegliato i cittadini, sempre più soddisfatti di perdere la loro indipendenza e diventare «amministrati».
La nostra dipendenza dagli USA diverrà definitiva.
E Sarkozy avrà un decennio per elaborare il progetto transatlantico.
C'è qualche speranza che il progetto venga sventato?
Se c'è, è nella forza delle cose - il destino manifesto dell'Europa non è più atlantico, ma porta ad Est - e, forse, a Putin.
Può sembrare poco.
Ma William Pfaff, da noi spesso citato, ha invitato a non sopravvalutare la forza né la «personalità» di Sarkozy: egli - ha scritto - «è una figura balzachiana, l'avventuriero divorato dall'ambizione che si fa strada nel mondo e a forza di attivismo e instancabile energia arriva all'orlo del successo sognato. Egli può essere uomo di destra o uomo di sinistra: ciò a cui è fedele è il successo». (2)
Insomma, è una sub-personalità, un opportunista.
Se Pfaff ha visto giusto, Sarkozy non è l'uomo che fa gli eventi, ma che ne è fatto.
Quel tipo d'uomo di cui parlò Joseph De Maistre: «On a remarqué, avec grande raison, que la révolution française mène les hommes plus que les hommes la mènent. Cette observation est de la plus grande justesse… (…) Les scélérats mêmes qui paraissent conduire la révolution, n'y entrent que comme de simples instruments; et dès qu'ils ont la prétention de la dominer, ils tombent ignoblement» (Joseph de Maistre, «La révolution française», 1796).
Se la forza delle cose sarà più forte di lui, ne diverrà il servitore.
E' la sola speranza, per il momento.

Maurizio Blondet

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