lunedì 30 luglio 2007

Incredibile gli onorevoli sono diventati seri

Sesso e coca col parlamentare
Mele (Udc): "Sono io ma niente droga"
Mercoledì l'Udc di Casini organizza il test antidroga, bocciato dall'aula, davanti a Montecitorio
Vietti: "Se facciamo il test a chi guida il bus della scuola, a maggior ragione a chi guida il bus della vita pubblica"
di CLAUDIA FUSANI
ROMA - Si chiama Cosimo Mele, ha 50 anni, pugliese, deputato, in questa legislatura è membro della commissione Ambiente e qualche anno fa, nel 1999, fu coinvolto in una brutta storia di tangenti e corruzione. Alle 20 e 38 di stasera, dopo trentasei ore di atroci dubbi e cristiane sofferenze fa outing con l'agenzia di stampa Ansa "per evitare - dice - speculazioni politiche a danno del partito": " Quel parlamentare sono io, ma droga non ne ho vista e la signora mi era stata presentata quella sera a cena da amici". La "signora" è la squillo che è finita in overdose all'ospedale San Giacomo sabato mattina dopo una notte a luci rosse in compagnia di un parlamentare - e di un'altra squillo - all'hotel Flora, un luogo e un mito della "Dolce Vita" di Fellini, dove Mastroianni accompagnava Anita Ekberg e faceva a cazzotti con i paparazzi.

L'autodenuncia arriva dopo una giornata segnata da un tam tam senza tregua. Una "caccia" sulle basse frequenze dei telefonini, "allora, chi è?", "tu lo sai?", "ah è lui, e perché non lo dicono?". Telecamere e microfoni in cerca di indiscrezioni in una via Veneto quasi deserta mentre la direzione dell'hotel non rilascia dichiarazioni. Arriva in una domenica di fine luglio, la prima delle lunghe vacanze estive, in cui la ricerca del nome del parlamentare ha tenuto banco tra le top five della giornata, in buon piazzamento tra il dibattito politico sul welfare, gli incidenti stradali, le elezioni giapponesi e l'appello del Papa che chiede il disarmo del nucleare.
Soprattutto, l'outing di Mele arriva perchè preteso dal suo stesso partito. Dopo che in serata Luca Volontè, stato maggiore dell'Udc, quando probabilmente i sussurri sul parlamentare coinvolto nel festino sono diventati insopportabili, dichiara: "Chi si droga non può legiferare, chi è complice dello sfruttamento della prostituzione non può parlare di famiglia, figli e diritti umani. Un deputato al droga party con prostitute? Si faccia avanti. La vita privata è sacra ma per chi si occupa di rappresentare il popolo e legiferare per il bene comune, è lecito chiedere una condotta più consona e non drogarsi".

La ragazza-squillo che è finita all'ospedale sta bene. E questa è la cosa più importante. La sua collega non ha avuto problemi. Il parlamentare si era, fino a stasera, dileguato. La polizia, che è intervenuta, ha messo tutto per iscritto, ha ricostruito la dinamica della serata con nomi, cognomi e tipo di sostanze con presunte dosi utilizzate. Il verdetto finale è: "Nulla di penalmente rilevante". Fatti privati, dunque. Storia chiusa.

Un po' difficile, che si chiusa, visto che tra i protagonisti c'è un parlamentare della Repubblica, che l'uso di droghe e relativo dosaggio è oggetto di dibattito - e scontro - parlamentare dall'inizio della legislatura (il ministro Ferrero deve portare in Consiglio dei ministri il nuovo disegno di legge che riscrive la Fini-Giovanardi) e che proprio in questi giorni è stata bocciata la proposta del presidente dell'Udc Pierferdinando Casini di sottoporre i parlamentari al test antidroga. L'Udc però non si ferma. E mercoledì mattina organizza il test in piazza di Montecitorio. Spiega Michele Vietti (Udc), prima però di sapere che il responsabile è un suo compagno di partito: "Un parlamentare deve essere trasparente e coerente. Se io faccio il test all'autista che guida il pullmino della scuola, a maggior ragione lo devo fare a chi guida il pullman della vita pubblica". Giustissimo.

Mele è uscito allo scoperto spinto dalle polemiche della giornata. La senatrice azzurra Mariella Burani Procaccini aveva preteso che si sapesse "il nome del parlamentare che accompagnava le due signorine, una delle quali ricoverata in overdose: la gente deve sapere chi è costui. In queste situazioni non c'entra la privacy a cui comunque un parlamentare in parte rinuncia nel momento in cui è eletto, riceve la fiducia dei suoi elettori da cui viene anche stipendiato". Si era fatto sotto anche Francesco Storace, transfuga da An e diventato leader di un nuovo partito, "La destra": "E' scandaloso che un parlamentare debba essere protetto perché fa uso di droga".

Fin dal pomeriggio le indiscrezioni avevano stretto il cerchio intorno all'Udc che - amarissima ironia del destino - proprio per mercoledì ha organizzato il test antidroga per i parlamentari. Franco Grillini, sinistra democratica, era contrario a pubblicizzare il nome prima e lo è ancora di più adesso: "Sul piano umano il collega Mele ha tutta la mia solidarietà, la caccia al nome è sbagliata. All'Udc invece mi permetto di ricordare che è caratteristica degli uomini avere vizi privati e pubbliche virtù. Il partito di Casini quindi moderi l'estremismo: vedi cosa succede nel partito che fa della sessuofobia e del probizionismo la sua ragion d'essere...".

Volontè promette che "il deputato coinvolto mercoledì non sarà presente al test antidroga" e che "difficilmente voterà la legge a settembre". Significa che dimissioni di Mele saranno accettate? Eppure venerdì l'aula ha lavorato dalla dieci alle due della mattina dopo, duecento votazioni per approvare la riforma dell'ordinamento giudiziario. L'Udc ha votato contro. Ma Mele era già a cena con l'amica. "Appunto - insiste Volontè - il deputato non solo ha preferito un coca-fiesta al suo dovere ma ha pure infangato l'onore di tutti i colleghi". Mele insiste: "Un fatto privato, l'avventuretta di una sera...". Si dispera: "La cosa più difficile è stato dirlo a mia moglie...". Certo, pensare che è un deputato dell'Udc che fa del proibizionismo una bandiera e della lotta allo sfruttamento della prostituzione un obiettivo di governo, c'è da mettersi le mani nei capelli.

(29 luglio 2007)

domenica 29 luglio 2007

UN FESTINO....ONOREVOLE....


Una ragazza è stata ricoverata questa mattina all'ospedale San Giacomo
Aveva perso conoscenza. Con lei un'altra ragazza. Entrambe ospiti di un parlamentare

Squillo, cocaina e un parlamentare
Finisce male la festa nell'hotel della Dolce Vita

Nessuna denuncia. La giovane in serata è stata dimessa. Ignoto il nome dell'uomo politico

ROMA - Sesso, cocaina, alcol, due squillo "raffinate", un parlamentare e, sullo sfondo, l'hotel Flora, via Veneto, Roma, che è come dire Fellini e la Dolce Vita perché proprio in questo albergo, dove stazionavano i paparazzi, Mastroianni andava a prendere Anita Ekberg.

Non è il plot di un nuovo film ma la cronaca di questa mattina quando verso le 10 un'ambulanza è stata chiamata con urgenza dalla direzione dell'albergo. Una ragazza è stata ricoverata all'ospedale San Giacomo con una forte crisi respiratoria, un collasso per cui a nulla erano servite le cure dello staff dell'albergo. Obbligatorio, quindi, il ricovero. E gli accertamenti della polizia. Che si trovano davanti una sorpresa: la ragazza era in compagnia di un'altra ragazza ed entrambe erano ospiti di un parlamentare.

La ragazza poi si è ripresa e non ha denunciato nessuno. "Non c'è reato, nessuna denuncia" si scherniscono gli investigatori. Non risulta che l'altra ragazza sia stata sentita, né che sia stato interpellato il parlamentare.

Certo non siamo alla passione travolgente tra il ministro della guerra britannica John Profumo e la bella Khristine Keller che nel 1963 costò il posto al ministro. Quella, a suo modo, ebbe una dignità e una sua forza visto che ancora se ne parla. Qui il livello sembra molto più basso. E squallido. La ragazza, quando ha ripreso conoscenza all'ospedale San Giacomo, avrebbe parlato di qualcuno che l'ha costretta a prendere qualcosa. Solo a questo punto la direzione dell'albergo è stata costretta a rivelare alla polizia il nome del parlamentare per il quale però non ci sono state conseguenze. In serata la ragazza è stata dimessa ed è in buone condizioni.


Top secret, ovviamente, il nome del parlamentare. Qualche deputato si limita a osservare che la Camera venerdì sera ha lavorato in seduta notturna fino all'una e tre quarti per approvare la riforma dell'ordinamento giudiziario. Una giornata estenuante, duecento votazioni, le dichiarazioni di voto. Chissà...

( certo dopo una giornata cosi' dura e' normale che ci si sollazzi, peccato pero' che se lo fa un comune mortale si va diritto in galera e titoloni sul giornale e parlare che schifo la nostra societa' di oggi , non c'e' piu' coscienza etc..etc..etc... Naturalmente domani lo stesso onorevole proporra' una legge ad hoc per far cessare queste cose ... agli altri..... Perche' per lor signori invece si invoca la Privacy..... )
(28 luglio 2007)

sabato 28 luglio 2007

Notizia vera ?

"Morto uno dei 2 soldati israeliani
tenuti in ostaggio da Hezbollah"


BEIRUT - Sarebbe morto uno dei soldati israeliani catturati il 12 luglio 2006 da Hezbollah sul confine tra Libano e Israele. Lo scrive il quotidiano libanese An Nahar riferendo le voci raccolte da elementi dei servizi segreti tedeschi nei contatti con il leader del Movimento Patriottico Libero, l'ex generale cristiano maronita Michel Aoun, alleato di Hezbollah, che guida l'opposizione al governo libanese.

Nella breve notizia - riproposta poi sul sito web Nahar.net - si afferma che "Berlino ha tentato, nei contatti con Aoun, di ottenere informazioni sulla sorte dei due prigionieri israeliani, ma Aoun si è rifiutato di affrontare questo argomento. Tuttavia, le agenzie della sicurezza hanno capito che uno dei due prigionieri è ancora vivo e il secondo è morto".

I due soldati, Ehud Goldwasser, 31 anni, e Eldad Regev, 26 anni, furono catturati dagli sciiti filoiraniani di Hezbollah durante un'azione in territorio israeliano( in realta’ durante una infiltrazione israeliana in territorio libanese,e non furono quindi rapiti , ma fatti prigionieri durante una vera e propria azione militare ) all'alba del 12 luglio 2006. Nelle ore successive ci fu una violenta reazione militare dell'esercito israeliano, alla quale seguì una guerra durata 34 giorni e conclusa da una risoluzione Onu che ordinava il cessate il fuoco e l'invio di un contingente internazionale nel sud del Libano. Hezbollah si è sempre detto disponibile a uno scambio tra prigionieri israeliani e libanesi.

Dall'inverno 2006 i servizi segreti tedeschi sono impegnati in una mediazione per portare a termine uno scambio di prigionieri tra Hezbollah e Israele, dopo quello avvenuto nel gennaio 2004 al termine di negoziati durati quasi tre anni. Il movimento sciita rilasciò un uomo d'affari israeliano e consegnò le salme di tre soldati israeliani uccisi, in cambio della liberazione di 400 guerriglieri e della consegna di 59 salme di combattenti.



(28 luglio 2007)

«Tutto è cominciato il 12 luglio, quando truppe israeliane sono cadute in un agguato sul versante libanese della frontiera con Israele. Hezbollah, che controlla il Libano meridionale, immediatamente ha colpito quelli che attraversavano. Ha arrestato due soldati israeliani, ne ha uccisi otto e feriti oltre venti nel contrattacco dentro al territorio israeliano». (2)
Dunque, secondo questa versione, è stato un corpo armato sionista a sconfinare in territorio libanese.
Ci si può non credere.
Leggi tutto :http://www.effedieffe.com/rx.php?id=1291%20&chiave=hezbollah

domenica 22 luglio 2007

IL GRANDE FRATELLO SI AVVICINA SEMPRE DI PIU

Il ministro delle nostre tasche VISCO :
Ha ordinato l’unificazione delle banche dati del Catasto e delle Entrate, che saranno on-line: e siccome da novembre il catasto sarà preso a carico dagli enti locali, i nostri dati personali saranno alla mercè di centinaia di migliaia di nuovi «curiosi», i piccoli burocrati locali fancazzisti che per passare il tempo potranno togliersi lo sfizio di andare a vedere quante case ha un loro conoscente o vicino, quanti soldi ha in banca, quanto guadagna e così via.
Con tanti saluti per la privacy, e un certo aumento della persecuzione fiscale.

Con tanto parlare della privacy che ormai la gente solo per chiedergli come si chiama ti guarda con sospetto e non si accorge che con queste uscite piu' stronzi che non c'entrano niente sapranno tutto di te.

La legge non e' uguale per tutti

INTERCETTAZIONI: DI PIETRO,VERO PROBLEMA SONO POLITICI SPONSOR
"Non comprendo perche' la diffusione delle notizie relative ale intercettazioni telefoniche costituisca un problema". Questo e' quanto dichiara il ministro Antonio Di Pietro. "Il problema - secondo l'ex p.m.- non puo' essere il fatto che la diffusione delle telefonate facciano sapere all'opinione pubblica che ci sono politici intercettati ma, che gli stessi potessero sponsorizzare i cosiddeti furbetti del quartierino. Questo e' la vera questione da affrontare - secondo Di Pietro- e non gia' che qualche cronista lo dica o qualche giudice indaghi".

sabato 14 luglio 2007

IL FATTO NON SUSSISTE

La scuola crollò per un sisma nel 2002, causando la morte di 27 bambini e di una maestra
Per l'accusa, gravi inadempienze nella costruzione. Dura la reazione dei genitori
San Giuliano, assolti tutti gli imputati
"Li avete uccisi due volte. Vergognatevi"

LARINO - Tutti assolti, perché "il fatto non sussiste". Con queste parole il giudice monocratico Laura D'Arcangelo del Tribunale di Larino ha assolto tutti e sei gli imputati per il crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia (Campobasso) che il 31 ottobre 2002 causò la morte di 27 bambini e di un'insegnante.

Per quella tragedia la pubblica accusa aveva chiesto condanne fra i dieci e i cinque anni di reclusione per due tecnici, tre imprenditori e il sindaco di San Giuliano di Puglia, Antonio Borrelli, che nel crollo perse una figlia. Tutti erano accusati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime e disastro colposo. Per i due tecnici c'era anche il concorso in falso ideologico.

Secondo l'accusa "la morte dei bambini sotto le macerie - ha spiegato il pm Nicola Magrone nella sua requisitoria - è stata causata dalle cattive condizioni in cui si trovava la scuola già prima del sisma, dato che ci sarebbero state numerose violazioni di norme nella sua costruzione".

La "causa" del crollo della scuola era da attribuirsi quindi alla sua gracilità strutturale ed il terremoto è stato solo l' "occasione" in cui la struttura è crollata. Già prima del terremoto, "era al limite del collasso" e "tra l'altro i muri sarebbero stati eretti violando leggi fondamentali, non sarebbero stati fatti rafforzamenti delle fondazioni e nessuno se ne sarebbe accorto perché sono mancati calcoli e collaudi". Ne sarebbe prova il fatto che il sisma colpì l'intera zona ma nessuna casa crollò: venne giù solo la 'Jovine' che quindi sarebbe crollata "per conto suo"



Ma a vincere è stata la difesa, che chiedeva l'assoluzione per tutti gli imputati: "La scuola ha resistito alle scosse della notte precedente di cui una di magnitudo 3,5 - ha detto l'avvocato Agostino De Caroche - che è stato sicuramente più forte del solo sussulto verticale del terremoto di magnitudo 5,9 che si è verificato il giorno dopo. Ebbene, la notte precedente la scuola non è caduta, non ha avuto lesioni". "Non aveva crepe, non aveva sofferenze, per cui - ha aggiunto l'avvocato - abbiamo la certezza che è stato il terremoto avvenuto in mattinata a farla cadere."

Al processo c'erano anche i genitori dei bambini morti nel crollo della scuola. Le mamme indossavano collane, tutte uguali, cui erano appese medagliette con le immagini dei volti dei loro figli. Immediata la loro reazione dopo la lettura della sentenza, che è stata accolta da proteste, con urla e insulti. E' stata anche lanciata una sedia. Alcuni parenti delle vittime hanno inveito contro gli imputati, venendo quasi alle mani. La situazione è stata tenuta sotto controllo dai carabinieri. "Ce li avete uccisi due volte. Due volte - ha gridato la madre di una delle piccole vittime - Vergognatevi. Qui c'è gente che ha perso il suo unico figlio o ne ha persi due".

"E' stata legalizzata l'illegalità", ha commentato il presidente del Comitato vittime della scuola di San Giuliano di Puglia, Antonio Morelli. "Con questa sentenza - ha aggiunto - a San Giuliano nessuno si potrà meravigliare se si costruisce in difformità alle leggi. Agiremo di conseguenza. Questo è il rispetto che hanno per quei bambini morti. Porci e corrotti. Oggi abbiamo capito che in Italia regna l'ingiustizia".

La sentenza ha scosso anche il pm. "Sono molto, molto triste - ha dichiarato - Sono convinto che questi bambini li hanno uccisi le persone ma continua in Italia una lunghissima storia in cui tutto quello che accade è dovuto alla natura e gli uomini sono tutti santi".

lunedì 9 luglio 2007

Questo si vuole SUICIDARE

Play 3 1/2 Flop

TOKYO - Da domani, almeno negli Stati Uniit, la Playstation3 costerà 100 dollari di meno. Gli utenti americano potranno quindi portarsi a casa la versione top di gamma a solo 499 dollari, contro i 599 precedenti. Il taglio sul prezzo, di circa il 17%, è l'ultima mossa di Sony per recuperare posizioni nel mercato di "nuova generazione", nel quale il gigante nipponico non ha ottenuto i risultati sperati. Le vendite della nuova Playstation3 rimangono, a un anno dal lancio, inferiori a quelle delle concorrenti dirette: sia l'Xbox360 di Microsoft sia il Wii di Nintendo, infatti, hanno venduto nello stesso periodo circa il doppio delle unità.

La Playstation3, venduta prima del taglio a un prezzo di circa 599 dollari, rimane comunque la console di nuova generazione più costosa. Microsoft vende il suo modello a 399 dollari, e la Nintendo ha da tempo posizionato il suo Wii sui 249 dollari. "Il taglio servirà ad avvicinarsi al price-point dell'Xbobx360", spiega Richard Doherty, analista dell'Envisioneering Group. Ma il taglio non convince molti esperti. Anzi, per Seiichiro Iwamoto, uno degli analisti di mercato più quotati in giappone, l'abbassamento di prezzo "è largamente insufficiente, e non permetterà a Sony di recuperare le posizioni perdute".

La mossa di Sony, però, potrebbe avere effetti a catena su tutta l'industria. Si tratta infatti del primo caso dell'attuale ciclo. Un taglio che arriva insolitamente presto, dopo nemmeno un anno di vendite: la Playstation3 è arrivata nei negozi lo scorso novembre. Lo stesso periodo in cui Nintendo ha iniziato la commercializzazione del Wii. Con risultati decisamente migliori: 2,84 milioni di console piazzate solo negli Stati Uniti, contro 1,38 milioni della Ps3. La Xbox360, che era stata immessa sul mercato un anno prima, ha invece venduto 5,5 milioni di unità.

Di solito un taglio del genere prelude ad una guerra dei prezzi fra i produttori e qualcuno parla di possibile discesa anche per le console concorrenti. Ma stavolta non sembra si possa verificare una tale opportunità. La Microsoft già fa sapere che non praticherà sconti, nemmeno in Giappone, dove le console occidentali non sono considerate appetibili dal mercato, e le vendite rimangono inchiodate a 122mila unità. "Il nostro prezzo è già competitivo", fanno sapere in una nota da Redmond.


Insomma, il taglio effettuato da Sony sembra essere solo una misura di emergenza, oltretutto limitata al mercato Usa. "Non abbiamo intenzione - ha infatti spiegato David Karraker, della Sony Computer Entertainment - di abbassare il prezzo anche nelle altre regioni. Non in questo momento, almeno". Gli italiani, per ora, restano quindi a bocca asciutta. Ma se le vendite di Sony dovessero continuare a stagnare anche in Europa, è lecito aspettarsi un taglio di prezzo per il periodo di Natale.

domenica 8 luglio 2007

IL DISCORSO DELLA MONTAGNA ( III/XV)


Matteo 5,17-19

17 Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. 18 In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. 19 Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

domenica 1 luglio 2007

Prodigate ? Magari

Speciale querela Prodi e Padoa-Schioppa
"Mi hanno diffamato e calunniato"" width="280">

Roberto Speciale

ROMA - Nuova puntata dello scontro sulla Guardia di Finanza. Il generale Roberto Speciale ha dato mandato ai propri legali di querelare per "diffamazione e calunnia" il ministro dell'economia Tommaso Padoa Schioppa, "in relazione alle gravi accuse dallo stesso mosse contro il generale durante il dibattito al Senato sulla sua rimozione". Lo ha annunciato Sergio De Gregorio, presidente della Commissione Difesa del Senato.

"Oltre a Tommaso Padoa Schioppa - ha aggiunto De Gregorio - Speciale presenterà querela anche nei confronti del premier Romano Prodi, sulla scorta del documento consegnato al Parlamento intitolato 'Accuse del governo al generale Speciale'. Tale documento rende responsabile il presidente del Consiglio di aver perpetrato una campagna di delegittimazione nei confronti del generale Speciale, con notizie false e tendenziose".

"Quel documento - ha concluso il presidente della Commissione Difesa del Senato - già acquisito dal magistrato della procura di Roma che sta indagando sulla vicenda Visco-Speciale, sancisce la condivisione delle responsabilità dell'esecutivo, quindi del suo massimo rappresentante, ovvero Romano Prodi".

(1 luglio 2007)