venerdì 14 dicembre 2007

Alitalia , ecco quanto ( in realta') vale questo gioiello di latta....da ridere per non piangere

MILANO - Alitalia è stata sospesa in Borsa stamane per
eccesso di ribasso. Il provvedimento è scattato dopo che il titolo ha
segnato uno scostamento superiore al 7,5% sul prezzo di controllo.
Attualmente il calo teorico segnato dalla compagnia aerea è del 25% a
0,8 euro, circostanza che impedisce il rientro nelle contrattazioni: la
riammissione del titolo è stata infatti rinviata diverse volte. Sul
titolo di Alitalia pesa la decisione del Cda di rinviare al 18 la scelta della cordata con la quale trattare in esclusiva la vendita della quota del Tesoro.

Secondo
indiscrezioni raccolte tra gli operatori di Borsa, sono però le
'miniofferte' di Air France e di AirOne ad aver causato la sospensione
del titolo Alitalia in Piazza Affari. Il gruppo francese è disposto a
offrire 35 centesimi, mentre l'imprenditore Carlo Toto soltanto 1
centesimo ad azione.
(2007-12-14 12:42:36)

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domenica 2 dicembre 2007

A quando l'aria ?

ROMA - In marcia per difendere l'acqua, "un bene comune che non
va privatizzato". Quarantamila persone, donne e uomini appartenenti a
comitati territoriali e associazioni, forze culturali e religiose,
sindacali e politiche per sostenere una legge di iniziativa popolare
(già 400 mila le firme raccolte) per la tutela, il governo e la
gestione pubblica dell'acqua.





Tra le tante manifestazioni, le più svariate, che Roma è abituata a
ospitare quella di oggi in nome del diritto all'acqua che "non è una
merce" è stata sicuramente tra le più insolite. E quella che al momento
incassa anche un successo quasi immediato e quasi tangibile. Il
ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero promette infatti che
la "ripubblicizzazione dell'acqua sarà uno dei punti della verifica di
governo a gennaio".





Il corteo, animato e colorato con tante gocce d'acqua di cartone, è
stato organizzato dal Forum Italiano dei movimenti per l'acqua che
raggruppa 70 associazioni e reti nazionali e circa mille comitati
territoriali. Un arcipelago che ha sintetizzato in quattro punti le
cose da fare subito: moratoria contro tutte le privatizzazioni;
immediata approvazione della legge d'iniziativa popolare; ristrutturare
la rete idrica nazionale che tra perdite e infiltrazioni aiuta il
mercato delle privatizzazioni, "una grande opera pubblica" recita un
cartello sarcastico. Infine la gestione pubblica e partecipata dai
lavoratori e dalle comunità locali (www.acquabenecomune.org).







Nel corteo bandiere di diverse sigle. Tra le altre, quelle di Verdi,
Prc, Sd, Pdci, Cobas, Cgil, Wwf e gonfaloni di alcuni comuni, come
Gualdo Tadino. Fra i manifestanti anche i volontari dei "grilliromani",
nati dal blog di Beppe Grillo.





"Senza beni comuni come l'aria e l'acqua non possiamo vivere: sono
diritti fondamentali degli esseri umani fin dalla nascita e non si
possono ridurre a merce" ha affermato il missionario comboniano Alex
Zanotelli, uno dei personaggi simbolo della battaglia per la
ripubblicizzazione del sistema idrico in Italia. Con lui ha sfilato
anche il leader dei Verdi e ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro
Scanio che ha sottolineato come "bisogna evitare che ci sia un
tentativo di privatizzazione, che ci porterebbe - anche nel mondo - a
vere e proprie guerra per l' acqua: noi non vogliamo correre questo
rischio".





Il ministro Ferrero ha appoggiato la manifestazione perché - ha scritto
in un comunicato destinato al Forum delle acque - "l'acqua costituisce
un bene di prima necessità che non può essere mercificato né,
tantomeno, monopolizzato da qualche multinazionale". Una realtà, scrive
il ministro, "ancora più vera in un momento in cui i cambiamenti
climatici in corso stanno rendendo la scarsità delle risorse idriche un
problema ancora maggiore rispetto al recente passato". Considerare
perciò l'acqua come un bene pubblico è una strategia di salvaguardia
per il futuro di tutti i cittadini.





Il decreto fiscale appena approvato ha bloccato per un anno la
privatizzazione dei servizi idrici. E' qualcosa, ma ancora troppo poco.
"E' necessario - aggiunge il ministro - arrivare al più presto a una
legge che conduca alla ripubblicizzazione integrale dell'acqua". E
questo deve essere uno dei punti della verifica di gennaio.






(1 dicembre 2007)

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sabato 17 novembre 2007

UN PO' DI LUCE ?

CITTA' DEL VATICANO - Si oscurano i rapporti tra Vaticano e
Israele. Il numero uno dei diplomatici vaticani, monsignor Pietro
Sambi, denuncia pubblicamente il governo israeliano di malafede per non
aver mantenuto gli impegni presi solennemente ben quattordici anni fa:
"C'è assenza di volontà politica". E poi un attacco frontale: "Le
relazioni tra la Chiesa cattolica e lo Stato di Israele erano migliori,
quando non c'erano i rapporti diplomatici".
Sambi non è un nunzio
qualsiasi. Rappresenta Benedetto XVI presso l'amministrazione Bush ed è
stato ambasciatore in Israele. Viene da una scuola in cui le parole si
pesano al milligrammo. La sua ira, condivisa tacitamente in Segreteria
di Stato, è dovuta al fatto che dopo la firma dell'Accordo fondamentale
tra Santa Sede e Israele nel 1993, c'era l'impegno - firmato - di
procedere rapidamente alla definizione dello status giuridico delle
istituzioni ecclesiastiche in Terrasanta e delle relative esenzioni
fiscali. Firmati dal governo israeliano dell'epoca, i patti non sono
mai stati ratificati dalla Knesset né vengono riconosciuti dai
tribunali. I lavori di una commissione mista, che doveva portare alla
loro realizzazione, si trascinano da anni tra rinvii e improvvise
diserzioni da parte israeliana. Una presa in giro.





Così Sambi è andato al cuore della questione: la mancanza di buona fede
da parte dei governi israeliani. Ha ricordato che il Vaticano,
stabilendo i rapporti diplomatici con Israele, aveva compiuto un "atto
di fiducia" e invece non sono state mantenute le "promesse" di regolare
le attività concrete della Chiesa cattolica in Terrasanta. Di qui la
dura conclusione: "La fiducia non si compra al mercato. Si consolida
con il rispetto degli accordi firmati e con la fedeltà alla parola
data". Con una chiosa sferzante: "Lo stallo attuale nelle trattative
pare misterioso non solo alla Santa Sede, al mondo cristiano e a tanti
paesi amici d'Israele, ma anche a molti ebrei, siano essi onorabili
cittadini d'Israele o di altri Paesi".







Apparso sul sito della rivista Terrasanta, appartenente ai Francescani
di Gerusalemme, cui spetta giuridicamente la "custodia" dei Luoghi
Santi, l'attacco del nunzio ha lasciato sbigottito il governo
israeliano. Nella serata di ieri il portavoce vaticano padre Lombardi è
parso prendere prudentemente le distanze. "Da parte della Santa Sede -
ha commentato - si ribadisce l'auspicio, già espresso in occasione
della recente visita del presidente Peres al Santo Padre, per una
rapida conclusione degli importanti negoziati ancora in corso e per la
soluzione di comune accordo dei problemi esistenti".
Ma nel distanziarsi il
Vaticano lancia un avvertimento pungente: "L'intervista con monsignor
Sambi - spiega Lombardi - riflette il suo pensiero e la sua esperienza
personale vissuta nel corso degli anni del suo servizio presso la
Delegazione apostolica di Gerusalemme e come nunzio in Israele".





In altre parole, Sambi dà voce alla documentazione raccolta e poiché
dopo il servizio in Israele è stato addirittura promosso alla sede
diplomatica mondiale nr.1, se ne ricava l'impressione che attraverso di
lui il Vaticano lanci un estremo monito alla leadership israeliana
perché la smetta con la tecnica inaccettabile del rinvio.





La dichiarazione di Lombardi non è bastata a Israele. L'ambasciatore
israeliano presso la Santa Sede, Ben Hur, ha chiesto ieri con urgenza
un chiarimento alla Segreteria di Stato. Perché ogni parola di Sambi
brucia. Come la critica per le difficoltà frapposte da Israele
all'arrivo di personale ecclesiastico cattolico dall'estero: "La
ragione spesso fornita da Israele per giustificare le lungaggini è
stata la priorità da dare alla sicurezza. Ma la sicurezza, dice la
logica, si accresce aumentando il numero dei Paesi amici e diminuendo
quello dei nemici".







(17 novembre 2007)

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venerdì 26 ottobre 2007

Alla fine La Carbon Tax e' arrivata

Sarko , il presidente francese ( che i francesi gia' si pentono di averlo eletto ) lancia la Carbon Tax in Francia. E l'inizio della tassazione globale oltre al liberismo globale.

Caro cittadino tu inquini e quindi devi pagare.

Qui si chiude il cerchio
le industrie fanno e inquinano
e le stesse industrie fanno business con quello che loro inquinano
facendolo pagare a noi.


SPLENDIDO



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venerdì 19 ottobre 2007

Liberta' d'espressione

se passa questa legge , che ziti zitti il governo in piena estate ha formalmente approvato in CDM , non potro' piu' neanche pubblicare una foto un video od un disegno di mio figlio.
Ciao Italia , appena posso me ne vo'.


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mercoledì 3 ottobre 2007

NOOOO... Ditemi che è una bufala

"Non so se siamo pagati troppo, probabilmente un po' meno del giusto".
Lo ha detto il ministro della giustizia Clemente Mastella che, nel
corso di un suo intervento a un convegno su giustizia, sicurezza e
diplomazia, ha toccato con queste parole il tema dei costi della
politica.

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domenica 30 settembre 2007

lunedì 24 settembre 2007

Vogliamo solo verita' "ufficiali"

NEW YORK - L'Iran non riconosce Israele, perché "è un regime
basato sulla discriminazione e l'occupazione": lo ha detto il
presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, rispondendo in videoconferenza
da New York ai giornalisti a Washington. Ahmadinejad ha anche ribadito
i propri interrogativi sull'Olocausto, chiedendosi perché "se è davvero
una realtà, non vengono permesse più ricerche". Inoltre se l'Olocausto
è avvenuto in Europa, "perchè devono pagarne le conseguenze i
palestinesi?".
Leggi l'articolo


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lunedì 17 settembre 2007

Scoperto il trucco ( cioe' le banche non prestano soldi loro )

File anche questa mattina all'alba agli sportelli dell'importante istituto finanziario
Il ministro Darling pronto a intervenire, ma rassicura: "Economia britannica sana"

Northern Rock, clienti ancora nel panico
Il governo: "Pronti a tutte le opzioni"


LONDRA - Non accenna ad attenuarsi il panico tra i clienti della Northern Rock: sin dalle prime ore del mattino centinaia di persone sono tornate a mettersi in fila davanti alle agenzie dell'istituto di credito, il quinto nel settore dei mutui in Gran Bretagna.

Nel complesso, anche se non ci sono cifre ufficiali, dalle casse della banca, che venerdì scorso ha chiesto aiuto alla Banca d'Inghilterra per far fronte a una crisi di liquidità, sono stati ritirati due miliardi di sterline, direttamente allo sportello o via internet. In Borsa il titolo dell'istituto cede oltre il 30%, dopo il crollo del 31,46% già registrato subito dopo l'annuncio dell'intervento della Boe.

Un quadro preoccupante che obbliga le autorità britanniche a tenere la vigilanza al massimo livello. Il ministro delle Finanze, Alistar Darling, ha chiarito stamane che le autorità politiche e finanziarie considereranno tutte le opzioni per risolvere la crisi della Northern Rock. "Prenderemo in considerazione tutte le opzioni", ha spiegato Darling parlando alla radio della Bbc. Il ministro si è poi rivolto alla clientela della Northern Rock: "Se vogliono ritirare i propri depositi dalla banca possono farlo". "Il bandolo della matassa - ha aggiunto - riguarda i mercati, in particolare in America. La Gran Bretagna ha un'economia forte, bassi tassi, bassa inflazione". Darling, che è in procinto di incontrare il segretario Usa al Tesoro, Henry Paulson, ha poi anticipato che Stati Uniti e Gran Bretagna sono d'accordo sulla necessità di introdurre una maggiore disciplina nel sistema finanziario. "Io e Paulson - ha osservato - siamo entrambi d'accordo sulla necessità di più disciplina e più apertura sui mercati finanziari". "In Gran Bretagna - ha proseguito - le banche che hanno molti soldi devono riprendere a farsi prestiti tra di loro".

Preoccupazione per le possibili ripercussioni della crisi dei mutui subprime statunitensi sul sistema creditizio europeo sono state ribadite stamane anche dalla Bundesbank. "L'accresciuta incertezza sui mercati finanziari - hanno fatto notare da Francoforte - ha portato ad aumento dei rischi e probabilmente colpirà i profitti delle banche tedesche". La Bundesbank ha però ricordato anche come la crescita dell'economia dell'ultimo biennio ha permesso alle banche di accrescere le riserve e quindi la loro solidità.

(17 settembre 2007)

lunedì 20 agosto 2007

NONNO TE STANNO A FREGAAAA'

La lunga manus delle banche con il favore di una legge del prono governo di centrosinistra si appresta ad ingoiarsi un patrimonio stimato in 900 mld di euro.
Ovviamente a strozzo. In pratica al nonnino gli concedono un mutuo vitalizio con clausole capestro ed ipotecano cosi' la casa per quattro soldi di contropartita.Gli eredi poi si vedranno ereditato il bel mutuo con il rischio di perdere irrimediabilmente l'immobile per l'esosita' del debito.
Aho', ho lavorato una vita per farmi casa poi le banche mi concedono un mutuo ipotecario per poter racimolare un po di soldi per pagarmi le medicine e le cure che uno stato parassita e sprecone non mi puo' piu' permettere e quindi beffa nella beffa non avro' neanche la soddisfazione quando si andra' a miglior vita di lasciare il frutto del mio lavoro ai miei figli.
GRAZIE PRODI

http://www.terzaeta.com/news/marzo2006/09.html

giovedì 9 agosto 2007

E alla fine il bubbone e' scoppiato

I banchieri centrali decidono una grande immissione di liquidità
nel sistema bancario. Operazione inferiore solo a quella fatta dopo l'11 settembre
Crisi mutui, la Bce avverte
"Pericoli anche per l'Europa"
"E' opportuno tenere sotto osservazione i mutamenti del clima di fiducia"
Bush: "La nostra economia è forte e sul mercato c'è abbastanza liquidità"

FRANCOFORTE - "Il mercato mondiale dei prestiti a elevata leva finanziaria, ivi compreso un ampio segmento europeo, mostra alcune analogie con il mercato statunitense dei mutui ipotecari di qualità non primaria (sub-prime) che potrebbero dar adito a timori per la stabilità finanziaria nel caso di una svolta avversa nel ciclo del credito". Lo afferma la Banca Centrale Europea in un articolo dedicato ai 'Leveraged buyout e la stabilità finanziaria', contenuto nel consueto Bollettino mensile. In parole povere i banchieri centrali temono che la crisi dei mutui non onorati scoppiata negli Usa possa investire anche l'Europa. In campo scende anche il presidente Usa George Bush che ricorda: "La nostra economia è forte e sul mercato c'è abbastanza liquidità".

L' osservazione della Bce arriva nel giorno in cui Bnp Paribas ha annunciato la sospensione di tre fondi che investono nel mercato americano dei suprime. La decisione presa da BNP Paribas fa seguito a quella assunta nei giorni scorsi in Germania da Union Investment Management Gmbh e da Frankfurt Trust di 'congelare' le richieste di rimborso a valere su strumenti analoghi. I fondi bloccati dall'istituto francese avevano asset per circa due miliardi di euro alla data del 27 luglio scorso, inclusi 700 milioni legati al credito cosiddetto 'sub-prime'.



E che non si tratti di un'ipotesi accademica lo rivela il fatto che la Bce abbia oggi fatto l'immissione di liquidità più grande mai svolta dalla banca centrale. Alle banche dell'eurosistema che temono una rarefazione della liquidità per un allargamento della crisi dei mutui subprime sono stati concessi 94,841 miliardi di euro, una mole di liquidità seconda solo a quella immessa sui mercati subito dopo l'attacco terroristico alle Twin Towers dell'11 settembre 2001: in due operazioni, il 12 e 13 settembre, allora la Bce fornì liquidità per 69 e 40 miliardi. In totale 109 miliardi di euro.

Gli elevati rapporti di leva finanziaria nei recenti buyout possono essere paragonati a rapporti elevati fra l'ammontare del prestito e il valore delle garanzie in mutui ipotecari di qualità non primaria, cioè i subprime. "Inoltre, la pratica della ricapitalizzazione dei dividendi, per cui i partner del leverage buyout possono beneficiare della crescente valutazione di mercato delle società obiettivo - spiega la Bce - è analoga al rifinanziamento dei muti ipotecari, che è stato un fattore importante a sostegno del mercato di qualità non primaria negli anni in cui erano in aumento i prezzi per gli immobili residenziali statunitensi. Dal momento che la concorrenza fra banche è stata notevole per l'attività di sottoscrizione e consulenza del mercato dei leveraged buyout, i criteri di erogazione dei prestiti possono essere peggiorati e potrebbero essere state adottate strutture più favorevoli ai prenditori, come i contratti di debito a clausole ridotte", osserva ancora la Bce, evidenziando come questo sia "analogo ai mutui ipotecari a soli interessi e ammortamento negativo applicati all'attività di erogazione di prestiti di qualità non primaria".

L' Eurotower osserva comunque come fra il mercato dei prestiti ad elevata leva finanziaria e quello dei mutui ipotecari di qualità non primaria "sussistono anche differenze importanti: quella principale è che, a differenza dei prenditori nei mercati dei mutui ipotecari di qualità non primaria, quelli dei mercati dei prestiti a elevata leva finanziaria sono in genere più sofisticati in termini finanziari. Sono stati quindi in grado di favorire accordi che in molti casi tutelerebbero dalle oscillazioni cicliche a breve termine. Nonostante queste strutture protettive - spiega la Bce - l'esperienza dei mutui ipotecari di qualità non primaria potrebbe fornire un'illustrazione di come il mercato dei prestiti ad elevata leva finanziaria potrebbe evolversi in un più ampio rallentamento del mercato creditizio".La paura della Bce è che "una flessione del mercato potrebbe esporre molti a condizioni di mercato che non erano state prese in considerazione nelle transazioni originali in termini di prezzo. Ad esempio, tassi di interesse di mercato più elevati potrebbero diminuire la copertura delle operazioni esistenti, spingendo forse alcuni di essi all'insolvenza".

Per il resto i banchieri di Francoforte continuano a vedere un pericolo prezzi. "Resta necessario intervenire con tempestività e fermezza per assicurare la stabilità dei prezzi nel medio periodo", è scritto nel bollettino di agosto, confermando dunque implicitamente ulteriori ritocchi al rialzo dei tassi d'interesse.

Il rincaro del petrolio, il profilarsi di vincoli di capacità e il potenziale rafforzamento della dinamica dei salari e dei costi, rileva l'istituto di Francoforte, "avvalorano i rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi nel medio-periodo". Pertanto "è essenziale vigilare con molta attenzione per evitare che si concretizzino rischi per la stabilità dei prezzi nel medio periodo".

Ai rischi sui prezzi, osserva l'Eurotower, si accompagna comunque una fase decisamente positiva e la Bce chiede ai governi di approfittarne per risanare i bilanci.

(9 agosto 2007)

Attenzione qui ci vogliono far credere che Draghi sia lo strenuo difensore di Fort Alamo

IL RETROSCENA. Dossier Bankitalia in cui si simula
un'emergenza finanziaria internazionale dovuta ai mutui Usa
Via Nazionale pronta a fare diga:
riserve da usare in caso di crisi
Nella banca centrale si guarda con apprensione all'uso dell'oro per contrastare il debito pubblico
Le banche italiane sono esposte sui nuovi strumenti finanziari per 6.000 miliardi di euro
di ALBERTO STATERA


SCARAMANZIA vuole che il dossier non sia sulla scrivania del governatore Mario Draghi, al primo piano di palazzo Koch, nello studio provvisorio a fianco della Sala degli Arazzi, dove troneggia la raffigurazione "tessile" di Diana che dinanzi al consiglio degli Dei invoca la "verginità perpetua". Ma come tutti i capi delle banche centrali e delle autorità europee, anche il governatore della Banca d'Italia lo sta silenziosamente compulsando, perché quel dossier contiene la prima "simulazione" per l'emergenza che potrebbe derivare dalla crisi di una grande banca continentale, magari tedesca, francese, olandese. O - dio ci scampi - italiana. Ha richiesto mesi di lavoro e "conference-call" continentali durate anche due giorni di fila.

Ma la fatica non è stata vana perché "da questi esercizi - ha detto Draghi ai banchieri - si impara molto". Scienza accademica, come si spera, o prevedibilmente scienza di uso cogente per crisi imminenti o già virtualmente in atto, sull'onda oceanica dei mutui "subprime" americani o di altre onde mediterranee meno lunghe ma altrettanto rovinose? Onde della nuova finanza e dei rischi connessi, cui la banca centrale è pronta a far diga con tutti gli strumenti a disposizione, compreso quello ritenuto essenziale delle riserve auree, che il governo vorrebbe adesso usare in parte per ridurre il debito pubblico.



Son passati esattamente venticinque anni dal crac del Banco Ambrosiano, che l'ex presidente del Nuovo Banco e presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo Giovanni Bazoli ha rievocato due giorni fa con Massimo Giannini su questo giornale. Un quarto di secolo che non ci ha risparmiato tanti altri scandali finanziari più o meno grandi, in una lista che continua a ingrossarsi di giorno in giorno, ad esempio con l'ultima new-entry di Banca Italease.

Ma da allora, come non si stanca di ripetere il governatore Draghi, che nell'ufficio non ha più incombente sulla testa come i suoi predecessori il dipinto raffigurante il San Sebastiano trafitto dalle frecce, molto è cambiato in termini di concorrenza, di spessore dei mercati finanziari, non più asserviti a pochi individui, magari anche in termini di commistione tra banche e politica, di cui l'ultimo, miserabile esempio abbiamo forse avuto due anni fa nella "saga dei furbetti", messa in scena dal governatore cultore di San Tommaso e dal suo amico banchiere "Fanfulla" predestinato al ruolo di "velona" nell'harem di Lele Mora e nel Billionaire di Flavio Briatore.

Oggi il pericolo viene da più lontano, non dalle discoteche della Costa Smeralda, ma dalle sale vetrificate in cui si coltiva la crescente sindrome da scommessa del capitalismo mondiale. Un capitalismo che produce finanza alla "polvere bianca", sempre più eccitata, per larga parte incontrollabile da qualunque autorità, in un intrico sofisticatissimo di strumenti di copertura, controcopertura, derivati di credito, cartolarizzazioni, hedge funds, private equity, swap, marchingegni finanziari complicatissimi che spesso diventano, in realtà, strumenti di speculazione o moltiplicatori infernali di perdite, che anche i funzionari di banche e assicurazioni primarie vendono a ignari (o furbetti) clienti senza neanche capire bene ciò che stanno smerciando. E le interconnessioni diventano inestricabili persino per le autorità più attrezzate, perché nessuno sa più alla fine in quale parte del mondo, presso quali acquirenti siano finiti i rischi di credito trasferiti. A quale grande assicurazione europea? A quali aziende? A quali inconsci risparmiatori?

Possono, ad esempio, gli americani che non pagano più le rate dei mutui-spazzatura, i "subprime" concessi troppo facilmente per l'acquisto della casa e di ogni bene di consumo, in un'economia fondata sulla plastica delle carte di credito e sul debito, essere portatori, come annunciano alcune prefiche, di un crac finanziario mondiale simile a quello del 1929? Nelle banche centrali europee realisticamente pensano che molte case finanziarie e banche americane magari salteranno sui facili prestiti, ma che il "contagio" non diventerà pandemico. La sregolatezza finanziaria, tuttavia, tiene in ansia le autorità europee, invitate ora da Draghi a definire "in tempi stretti" i principi e le procedure per più frequenti "simulazioni di crisi", come quella appena completata tra mille invocazioni scaramantiche.

Secondo il governatore, che lo ha detto chiaro e tondo ai banchieri italiani, i derivati contribuiscono ad aumentare la produttività del sistema finanziario che cresce, ma a patto che le banche non ne approfittino solo per rimpinguare i loro bilanci, come sembra che in molti casi sia fin qui avvenuto. Sono utili se usati come si deve, ma diventano fonte di instabilità se servono non per coprire i rischi, ma per accrescere il numero dei rischi da assumere e se portano le banche che cedono una parte del rischio a ridurre l'attenzione alla solvibilità dei creditori. Esattamente ciò che sta avvenendo per i mutui ipotecari negli Stati Uniti.

Se il "contagio" americano ci risparmia, non è detto che il dossier che non sosta per scaramanzia sulla scrivania di palazzo Koch sia inutile. Le banche italiane, a cominciare dalle primarie, sono esposte sui cosiddetti strumenti finanziari per 6 mila miliardi di euro, come dire il quadruplo del debito pubblico. Ofrrono talvolta ai clienti, aziende e risparmiatori, contratti con clausole incomprensibili - callable, range accrual, knock in, e chi più ne ha più ne metta nella fantasiosità del lessico finanziario - che anziché garantire una copertura dai rischi derivanti dall'aumento dei tassi del debito, alla fine amplificano semmai le perdite.

Il governatore Draghi che, scaramanticamente, non tiene sul tavolo la preziosa "simulazione di crisi" non può invece, purtroppo per lui, sbarazzare la scrivania dal dossier "Banca Italease", di cui egli stesso ha parlato l'11 luglio scorso all'assemblea dei banchieri: "Grazie a un'ispezione che la Banca d'Italia aveva avviato nel gennaio presso una banca - ha detto - è emerso che la banca in questione aveva venduto a imprese clienti complessi prodotti derivati fortemente esposti a un rialzo dei tassi d'interesse. A seguito degli andamenti del mercato, tali derivati hanno determinato, una forte, repentina crescita nell'indebitamento dei clienti che li avevano acquistati. Oltre ai rischi legali e di reputazione, è cresciuta di conseguenza l'esposizione della banca al rischio di controparte". Banca Italease, che proponeva contratti derivati pieni di formule matematiche e algoritmi incomprensibili anche a un premio Nobel, ha irretito due o tremila clienti in una faccenduola da almeno 750 milioni di euro. Ma attenzione, l'80 per cento di tutte le operazioni in derivati coinvolge anche le grandi banche, Unicredit, Intesa, Monte dei Paschi, Capitalia, Bnl.

"Reputazione" è una delle parole più usate rispetto alle banche e alla finanza senza regole dal governatore Draghi, impegnato al tempo stesso nel complesso restauro della reputazione delle banche vigilate e di palazzo Koch. Ma, ai tempi del nuovo capitalismo e della finanza selvaggia, a quale dio potrà mai chiedere Draghi la "verginità perpetua" rivendicata da Diana?

(9 agosto 2007)

mercoledì 8 agosto 2007

MANCO AGGRATIS !!!!!


Ryanair: Alitalia?Neanche in regalo
La compagnia ricorre al Tar contro Enac

"Alitalia? Non la vorrei neanche in regalo". Parola di Michael O'Leary, amministratore delegato di Ryanair. Il numero uno della compagnia aerea low cost non ci pensa proprio all'ipotesi di partecipare all'operazione vendita Alitalia, se e quando il Tesoro la riaprirà. O'Leary è intervenuto al riguardo mentre annunciava il ricorso al Tar del Lazio contro la decisione dell'Enac di ridurre del 30% i voli sull'aeroporto di Ciampino.

Insomma, sembra proprio che non ci sia nessuna possibilità che la compagnia irlandese pensi minimamente a comprarsi la nostra società. "Alitalia potrebbe avere un futuro" ha aggiunto O'Leary "ma senza influenze politiche e pressioni sindacali".

Ryanair ha dunque già presentato il suo ricorso al Tar del Lazio contro l'Enac. Non è piaciuta la decisione di tagliare i voli sull'aeroporto romano di Ciampino, che dovrebbero passare da 138 a 100 a partire da novembre.

Sulla decisione dell'Enac l'amministratore delegato della maggiore compagnia low cost d'Europa ha dichiarato di aver presentato reclamo anche alla Commissione europea e ha aggiunto che le autorità italiane "stanno di nuovo cercando di sostenere l'ammalata terminale Alitalia bloccando le tariffe basse e la concorrenza".

Nell'ultimo anno, ha osservato O'Leary, "Enac ha cercato in vari e illegali modi di limitare le tariffe basse e le possibilità di scelta offerte dalle compagnie aeree a bassa tariffa a Roma Ciampino".

O'Leary ha anche minacciato di lasciare Ciampino, dove perderebbe il 12% di attività dopo la chiusura per cinque mesi decisa dall'Enac per "infondati lavori 'essenziali' alla pista", come li ha definiti il manager, e dove alla fine dei lavori i voli non dovranno tornare a operare.

lunedì 30 luglio 2007

Incredibile gli onorevoli sono diventati seri

Sesso e coca col parlamentare
Mele (Udc): "Sono io ma niente droga"
Mercoledì l'Udc di Casini organizza il test antidroga, bocciato dall'aula, davanti a Montecitorio
Vietti: "Se facciamo il test a chi guida il bus della scuola, a maggior ragione a chi guida il bus della vita pubblica"
di CLAUDIA FUSANI
ROMA - Si chiama Cosimo Mele, ha 50 anni, pugliese, deputato, in questa legislatura è membro della commissione Ambiente e qualche anno fa, nel 1999, fu coinvolto in una brutta storia di tangenti e corruzione. Alle 20 e 38 di stasera, dopo trentasei ore di atroci dubbi e cristiane sofferenze fa outing con l'agenzia di stampa Ansa "per evitare - dice - speculazioni politiche a danno del partito": " Quel parlamentare sono io, ma droga non ne ho vista e la signora mi era stata presentata quella sera a cena da amici". La "signora" è la squillo che è finita in overdose all'ospedale San Giacomo sabato mattina dopo una notte a luci rosse in compagnia di un parlamentare - e di un'altra squillo - all'hotel Flora, un luogo e un mito della "Dolce Vita" di Fellini, dove Mastroianni accompagnava Anita Ekberg e faceva a cazzotti con i paparazzi.

L'autodenuncia arriva dopo una giornata segnata da un tam tam senza tregua. Una "caccia" sulle basse frequenze dei telefonini, "allora, chi è?", "tu lo sai?", "ah è lui, e perché non lo dicono?". Telecamere e microfoni in cerca di indiscrezioni in una via Veneto quasi deserta mentre la direzione dell'hotel non rilascia dichiarazioni. Arriva in una domenica di fine luglio, la prima delle lunghe vacanze estive, in cui la ricerca del nome del parlamentare ha tenuto banco tra le top five della giornata, in buon piazzamento tra il dibattito politico sul welfare, gli incidenti stradali, le elezioni giapponesi e l'appello del Papa che chiede il disarmo del nucleare.
Soprattutto, l'outing di Mele arriva perchè preteso dal suo stesso partito. Dopo che in serata Luca Volontè, stato maggiore dell'Udc, quando probabilmente i sussurri sul parlamentare coinvolto nel festino sono diventati insopportabili, dichiara: "Chi si droga non può legiferare, chi è complice dello sfruttamento della prostituzione non può parlare di famiglia, figli e diritti umani. Un deputato al droga party con prostitute? Si faccia avanti. La vita privata è sacra ma per chi si occupa di rappresentare il popolo e legiferare per il bene comune, è lecito chiedere una condotta più consona e non drogarsi".

La ragazza-squillo che è finita all'ospedale sta bene. E questa è la cosa più importante. La sua collega non ha avuto problemi. Il parlamentare si era, fino a stasera, dileguato. La polizia, che è intervenuta, ha messo tutto per iscritto, ha ricostruito la dinamica della serata con nomi, cognomi e tipo di sostanze con presunte dosi utilizzate. Il verdetto finale è: "Nulla di penalmente rilevante". Fatti privati, dunque. Storia chiusa.

Un po' difficile, che si chiusa, visto che tra i protagonisti c'è un parlamentare della Repubblica, che l'uso di droghe e relativo dosaggio è oggetto di dibattito - e scontro - parlamentare dall'inizio della legislatura (il ministro Ferrero deve portare in Consiglio dei ministri il nuovo disegno di legge che riscrive la Fini-Giovanardi) e che proprio in questi giorni è stata bocciata la proposta del presidente dell'Udc Pierferdinando Casini di sottoporre i parlamentari al test antidroga. L'Udc però non si ferma. E mercoledì mattina organizza il test in piazza di Montecitorio. Spiega Michele Vietti (Udc), prima però di sapere che il responsabile è un suo compagno di partito: "Un parlamentare deve essere trasparente e coerente. Se io faccio il test all'autista che guida il pullmino della scuola, a maggior ragione lo devo fare a chi guida il pullman della vita pubblica". Giustissimo.

Mele è uscito allo scoperto spinto dalle polemiche della giornata. La senatrice azzurra Mariella Burani Procaccini aveva preteso che si sapesse "il nome del parlamentare che accompagnava le due signorine, una delle quali ricoverata in overdose: la gente deve sapere chi è costui. In queste situazioni non c'entra la privacy a cui comunque un parlamentare in parte rinuncia nel momento in cui è eletto, riceve la fiducia dei suoi elettori da cui viene anche stipendiato". Si era fatto sotto anche Francesco Storace, transfuga da An e diventato leader di un nuovo partito, "La destra": "E' scandaloso che un parlamentare debba essere protetto perché fa uso di droga".

Fin dal pomeriggio le indiscrezioni avevano stretto il cerchio intorno all'Udc che - amarissima ironia del destino - proprio per mercoledì ha organizzato il test antidroga per i parlamentari. Franco Grillini, sinistra democratica, era contrario a pubblicizzare il nome prima e lo è ancora di più adesso: "Sul piano umano il collega Mele ha tutta la mia solidarietà, la caccia al nome è sbagliata. All'Udc invece mi permetto di ricordare che è caratteristica degli uomini avere vizi privati e pubbliche virtù. Il partito di Casini quindi moderi l'estremismo: vedi cosa succede nel partito che fa della sessuofobia e del probizionismo la sua ragion d'essere...".

Volontè promette che "il deputato coinvolto mercoledì non sarà presente al test antidroga" e che "difficilmente voterà la legge a settembre". Significa che dimissioni di Mele saranno accettate? Eppure venerdì l'aula ha lavorato dalla dieci alle due della mattina dopo, duecento votazioni per approvare la riforma dell'ordinamento giudiziario. L'Udc ha votato contro. Ma Mele era già a cena con l'amica. "Appunto - insiste Volontè - il deputato non solo ha preferito un coca-fiesta al suo dovere ma ha pure infangato l'onore di tutti i colleghi". Mele insiste: "Un fatto privato, l'avventuretta di una sera...". Si dispera: "La cosa più difficile è stato dirlo a mia moglie...". Certo, pensare che è un deputato dell'Udc che fa del proibizionismo una bandiera e della lotta allo sfruttamento della prostituzione un obiettivo di governo, c'è da mettersi le mani nei capelli.

(29 luglio 2007)

domenica 29 luglio 2007

UN FESTINO....ONOREVOLE....


Una ragazza è stata ricoverata questa mattina all'ospedale San Giacomo
Aveva perso conoscenza. Con lei un'altra ragazza. Entrambe ospiti di un parlamentare

Squillo, cocaina e un parlamentare
Finisce male la festa nell'hotel della Dolce Vita

Nessuna denuncia. La giovane in serata è stata dimessa. Ignoto il nome dell'uomo politico

ROMA - Sesso, cocaina, alcol, due squillo "raffinate", un parlamentare e, sullo sfondo, l'hotel Flora, via Veneto, Roma, che è come dire Fellini e la Dolce Vita perché proprio in questo albergo, dove stazionavano i paparazzi, Mastroianni andava a prendere Anita Ekberg.

Non è il plot di un nuovo film ma la cronaca di questa mattina quando verso le 10 un'ambulanza è stata chiamata con urgenza dalla direzione dell'albergo. Una ragazza è stata ricoverata all'ospedale San Giacomo con una forte crisi respiratoria, un collasso per cui a nulla erano servite le cure dello staff dell'albergo. Obbligatorio, quindi, il ricovero. E gli accertamenti della polizia. Che si trovano davanti una sorpresa: la ragazza era in compagnia di un'altra ragazza ed entrambe erano ospiti di un parlamentare.

La ragazza poi si è ripresa e non ha denunciato nessuno. "Non c'è reato, nessuna denuncia" si scherniscono gli investigatori. Non risulta che l'altra ragazza sia stata sentita, né che sia stato interpellato il parlamentare.

Certo non siamo alla passione travolgente tra il ministro della guerra britannica John Profumo e la bella Khristine Keller che nel 1963 costò il posto al ministro. Quella, a suo modo, ebbe una dignità e una sua forza visto che ancora se ne parla. Qui il livello sembra molto più basso. E squallido. La ragazza, quando ha ripreso conoscenza all'ospedale San Giacomo, avrebbe parlato di qualcuno che l'ha costretta a prendere qualcosa. Solo a questo punto la direzione dell'albergo è stata costretta a rivelare alla polizia il nome del parlamentare per il quale però non ci sono state conseguenze. In serata la ragazza è stata dimessa ed è in buone condizioni.


Top secret, ovviamente, il nome del parlamentare. Qualche deputato si limita a osservare che la Camera venerdì sera ha lavorato in seduta notturna fino all'una e tre quarti per approvare la riforma dell'ordinamento giudiziario. Una giornata estenuante, duecento votazioni, le dichiarazioni di voto. Chissà...

( certo dopo una giornata cosi' dura e' normale che ci si sollazzi, peccato pero' che se lo fa un comune mortale si va diritto in galera e titoloni sul giornale e parlare che schifo la nostra societa' di oggi , non c'e' piu' coscienza etc..etc..etc... Naturalmente domani lo stesso onorevole proporra' una legge ad hoc per far cessare queste cose ... agli altri..... Perche' per lor signori invece si invoca la Privacy..... )
(28 luglio 2007)

sabato 28 luglio 2007

Notizia vera ?

"Morto uno dei 2 soldati israeliani
tenuti in ostaggio da Hezbollah"


BEIRUT - Sarebbe morto uno dei soldati israeliani catturati il 12 luglio 2006 da Hezbollah sul confine tra Libano e Israele. Lo scrive il quotidiano libanese An Nahar riferendo le voci raccolte da elementi dei servizi segreti tedeschi nei contatti con il leader del Movimento Patriottico Libero, l'ex generale cristiano maronita Michel Aoun, alleato di Hezbollah, che guida l'opposizione al governo libanese.

Nella breve notizia - riproposta poi sul sito web Nahar.net - si afferma che "Berlino ha tentato, nei contatti con Aoun, di ottenere informazioni sulla sorte dei due prigionieri israeliani, ma Aoun si è rifiutato di affrontare questo argomento. Tuttavia, le agenzie della sicurezza hanno capito che uno dei due prigionieri è ancora vivo e il secondo è morto".

I due soldati, Ehud Goldwasser, 31 anni, e Eldad Regev, 26 anni, furono catturati dagli sciiti filoiraniani di Hezbollah durante un'azione in territorio israeliano( in realta’ durante una infiltrazione israeliana in territorio libanese,e non furono quindi rapiti , ma fatti prigionieri durante una vera e propria azione militare ) all'alba del 12 luglio 2006. Nelle ore successive ci fu una violenta reazione militare dell'esercito israeliano, alla quale seguì una guerra durata 34 giorni e conclusa da una risoluzione Onu che ordinava il cessate il fuoco e l'invio di un contingente internazionale nel sud del Libano. Hezbollah si è sempre detto disponibile a uno scambio tra prigionieri israeliani e libanesi.

Dall'inverno 2006 i servizi segreti tedeschi sono impegnati in una mediazione per portare a termine uno scambio di prigionieri tra Hezbollah e Israele, dopo quello avvenuto nel gennaio 2004 al termine di negoziati durati quasi tre anni. Il movimento sciita rilasciò un uomo d'affari israeliano e consegnò le salme di tre soldati israeliani uccisi, in cambio della liberazione di 400 guerriglieri e della consegna di 59 salme di combattenti.



(28 luglio 2007)

«Tutto è cominciato il 12 luglio, quando truppe israeliane sono cadute in un agguato sul versante libanese della frontiera con Israele. Hezbollah, che controlla il Libano meridionale, immediatamente ha colpito quelli che attraversavano. Ha arrestato due soldati israeliani, ne ha uccisi otto e feriti oltre venti nel contrattacco dentro al territorio israeliano». (2)
Dunque, secondo questa versione, è stato un corpo armato sionista a sconfinare in territorio libanese.
Ci si può non credere.
Leggi tutto :http://www.effedieffe.com/rx.php?id=1291%20&chiave=hezbollah

domenica 22 luglio 2007

IL GRANDE FRATELLO SI AVVICINA SEMPRE DI PIU

Il ministro delle nostre tasche VISCO :
Ha ordinato l’unificazione delle banche dati del Catasto e delle Entrate, che saranno on-line: e siccome da novembre il catasto sarà preso a carico dagli enti locali, i nostri dati personali saranno alla mercè di centinaia di migliaia di nuovi «curiosi», i piccoli burocrati locali fancazzisti che per passare il tempo potranno togliersi lo sfizio di andare a vedere quante case ha un loro conoscente o vicino, quanti soldi ha in banca, quanto guadagna e così via.
Con tanti saluti per la privacy, e un certo aumento della persecuzione fiscale.

Con tanto parlare della privacy che ormai la gente solo per chiedergli come si chiama ti guarda con sospetto e non si accorge che con queste uscite piu' stronzi che non c'entrano niente sapranno tutto di te.

La legge non e' uguale per tutti

INTERCETTAZIONI: DI PIETRO,VERO PROBLEMA SONO POLITICI SPONSOR
"Non comprendo perche' la diffusione delle notizie relative ale intercettazioni telefoniche costituisca un problema". Questo e' quanto dichiara il ministro Antonio Di Pietro. "Il problema - secondo l'ex p.m.- non puo' essere il fatto che la diffusione delle telefonate facciano sapere all'opinione pubblica che ci sono politici intercettati ma, che gli stessi potessero sponsorizzare i cosiddeti furbetti del quartierino. Questo e' la vera questione da affrontare - secondo Di Pietro- e non gia' che qualche cronista lo dica o qualche giudice indaghi".

sabato 14 luglio 2007

IL FATTO NON SUSSISTE

La scuola crollò per un sisma nel 2002, causando la morte di 27 bambini e di una maestra
Per l'accusa, gravi inadempienze nella costruzione. Dura la reazione dei genitori
San Giuliano, assolti tutti gli imputati
"Li avete uccisi due volte. Vergognatevi"

LARINO - Tutti assolti, perché "il fatto non sussiste". Con queste parole il giudice monocratico Laura D'Arcangelo del Tribunale di Larino ha assolto tutti e sei gli imputati per il crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia (Campobasso) che il 31 ottobre 2002 causò la morte di 27 bambini e di un'insegnante.

Per quella tragedia la pubblica accusa aveva chiesto condanne fra i dieci e i cinque anni di reclusione per due tecnici, tre imprenditori e il sindaco di San Giuliano di Puglia, Antonio Borrelli, che nel crollo perse una figlia. Tutti erano accusati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime e disastro colposo. Per i due tecnici c'era anche il concorso in falso ideologico.

Secondo l'accusa "la morte dei bambini sotto le macerie - ha spiegato il pm Nicola Magrone nella sua requisitoria - è stata causata dalle cattive condizioni in cui si trovava la scuola già prima del sisma, dato che ci sarebbero state numerose violazioni di norme nella sua costruzione".

La "causa" del crollo della scuola era da attribuirsi quindi alla sua gracilità strutturale ed il terremoto è stato solo l' "occasione" in cui la struttura è crollata. Già prima del terremoto, "era al limite del collasso" e "tra l'altro i muri sarebbero stati eretti violando leggi fondamentali, non sarebbero stati fatti rafforzamenti delle fondazioni e nessuno se ne sarebbe accorto perché sono mancati calcoli e collaudi". Ne sarebbe prova il fatto che il sisma colpì l'intera zona ma nessuna casa crollò: venne giù solo la 'Jovine' che quindi sarebbe crollata "per conto suo"



Ma a vincere è stata la difesa, che chiedeva l'assoluzione per tutti gli imputati: "La scuola ha resistito alle scosse della notte precedente di cui una di magnitudo 3,5 - ha detto l'avvocato Agostino De Caroche - che è stato sicuramente più forte del solo sussulto verticale del terremoto di magnitudo 5,9 che si è verificato il giorno dopo. Ebbene, la notte precedente la scuola non è caduta, non ha avuto lesioni". "Non aveva crepe, non aveva sofferenze, per cui - ha aggiunto l'avvocato - abbiamo la certezza che è stato il terremoto avvenuto in mattinata a farla cadere."

Al processo c'erano anche i genitori dei bambini morti nel crollo della scuola. Le mamme indossavano collane, tutte uguali, cui erano appese medagliette con le immagini dei volti dei loro figli. Immediata la loro reazione dopo la lettura della sentenza, che è stata accolta da proteste, con urla e insulti. E' stata anche lanciata una sedia. Alcuni parenti delle vittime hanno inveito contro gli imputati, venendo quasi alle mani. La situazione è stata tenuta sotto controllo dai carabinieri. "Ce li avete uccisi due volte. Due volte - ha gridato la madre di una delle piccole vittime - Vergognatevi. Qui c'è gente che ha perso il suo unico figlio o ne ha persi due".

"E' stata legalizzata l'illegalità", ha commentato il presidente del Comitato vittime della scuola di San Giuliano di Puglia, Antonio Morelli. "Con questa sentenza - ha aggiunto - a San Giuliano nessuno si potrà meravigliare se si costruisce in difformità alle leggi. Agiremo di conseguenza. Questo è il rispetto che hanno per quei bambini morti. Porci e corrotti. Oggi abbiamo capito che in Italia regna l'ingiustizia".

La sentenza ha scosso anche il pm. "Sono molto, molto triste - ha dichiarato - Sono convinto che questi bambini li hanno uccisi le persone ma continua in Italia una lunghissima storia in cui tutto quello che accade è dovuto alla natura e gli uomini sono tutti santi".

lunedì 9 luglio 2007

Questo si vuole SUICIDARE

Play 3 1/2 Flop

TOKYO - Da domani, almeno negli Stati Uniit, la Playstation3 costerà 100 dollari di meno. Gli utenti americano potranno quindi portarsi a casa la versione top di gamma a solo 499 dollari, contro i 599 precedenti. Il taglio sul prezzo, di circa il 17%, è l'ultima mossa di Sony per recuperare posizioni nel mercato di "nuova generazione", nel quale il gigante nipponico non ha ottenuto i risultati sperati. Le vendite della nuova Playstation3 rimangono, a un anno dal lancio, inferiori a quelle delle concorrenti dirette: sia l'Xbox360 di Microsoft sia il Wii di Nintendo, infatti, hanno venduto nello stesso periodo circa il doppio delle unità.

La Playstation3, venduta prima del taglio a un prezzo di circa 599 dollari, rimane comunque la console di nuova generazione più costosa. Microsoft vende il suo modello a 399 dollari, e la Nintendo ha da tempo posizionato il suo Wii sui 249 dollari. "Il taglio servirà ad avvicinarsi al price-point dell'Xbobx360", spiega Richard Doherty, analista dell'Envisioneering Group. Ma il taglio non convince molti esperti. Anzi, per Seiichiro Iwamoto, uno degli analisti di mercato più quotati in giappone, l'abbassamento di prezzo "è largamente insufficiente, e non permetterà a Sony di recuperare le posizioni perdute".

La mossa di Sony, però, potrebbe avere effetti a catena su tutta l'industria. Si tratta infatti del primo caso dell'attuale ciclo. Un taglio che arriva insolitamente presto, dopo nemmeno un anno di vendite: la Playstation3 è arrivata nei negozi lo scorso novembre. Lo stesso periodo in cui Nintendo ha iniziato la commercializzazione del Wii. Con risultati decisamente migliori: 2,84 milioni di console piazzate solo negli Stati Uniti, contro 1,38 milioni della Ps3. La Xbox360, che era stata immessa sul mercato un anno prima, ha invece venduto 5,5 milioni di unità.

Di solito un taglio del genere prelude ad una guerra dei prezzi fra i produttori e qualcuno parla di possibile discesa anche per le console concorrenti. Ma stavolta non sembra si possa verificare una tale opportunità. La Microsoft già fa sapere che non praticherà sconti, nemmeno in Giappone, dove le console occidentali non sono considerate appetibili dal mercato, e le vendite rimangono inchiodate a 122mila unità. "Il nostro prezzo è già competitivo", fanno sapere in una nota da Redmond.


Insomma, il taglio effettuato da Sony sembra essere solo una misura di emergenza, oltretutto limitata al mercato Usa. "Non abbiamo intenzione - ha infatti spiegato David Karraker, della Sony Computer Entertainment - di abbassare il prezzo anche nelle altre regioni. Non in questo momento, almeno". Gli italiani, per ora, restano quindi a bocca asciutta. Ma se le vendite di Sony dovessero continuare a stagnare anche in Europa, è lecito aspettarsi un taglio di prezzo per il periodo di Natale.

domenica 8 luglio 2007

IL DISCORSO DELLA MONTAGNA ( III/XV)


Matteo 5,17-19

17 Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. 18 In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. 19 Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

domenica 1 luglio 2007

Prodigate ? Magari

Speciale querela Prodi e Padoa-Schioppa
"Mi hanno diffamato e calunniato"" width="280">

Roberto Speciale

ROMA - Nuova puntata dello scontro sulla Guardia di Finanza. Il generale Roberto Speciale ha dato mandato ai propri legali di querelare per "diffamazione e calunnia" il ministro dell'economia Tommaso Padoa Schioppa, "in relazione alle gravi accuse dallo stesso mosse contro il generale durante il dibattito al Senato sulla sua rimozione". Lo ha annunciato Sergio De Gregorio, presidente della Commissione Difesa del Senato.

"Oltre a Tommaso Padoa Schioppa - ha aggiunto De Gregorio - Speciale presenterà querela anche nei confronti del premier Romano Prodi, sulla scorta del documento consegnato al Parlamento intitolato 'Accuse del governo al generale Speciale'. Tale documento rende responsabile il presidente del Consiglio di aver perpetrato una campagna di delegittimazione nei confronti del generale Speciale, con notizie false e tendenziose".

"Quel documento - ha concluso il presidente della Commissione Difesa del Senato - già acquisito dal magistrato della procura di Roma che sta indagando sulla vicenda Visco-Speciale, sancisce la condivisione delle responsabilità dell'esecutivo, quindi del suo massimo rappresentante, ovvero Romano Prodi".

(1 luglio 2007)

mercoledì 27 giugno 2007

Come volevasi dimostrare

Alitalia, Aeroflot si ritira dalla gara


ROMA - Aeroflot si ritira dalla gara per Alitalia. Lo annuncia la compagnia russa in una nota riferita da Bloomberg. Portavoce della compagnia di bandiera russa hanno precisato all'ANSA che la comunicazione ufficiale sta arrivando al ministero dell'Economia italiano. A questo punto resterebbe in corsa solo la cordata formata da AirOne e Intesa San Paolo.

Il titolo della compagnia di bandiera è stato sospeso in Borsa in attesa di una nota.

(27 giugno 2007)

domenica 24 giugno 2007

IL DISCORSO DELLA MONTAGNA ( II/XV )


Matteo 5,13-16

13 Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
14 Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, 15 né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. 16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.

venerdì 22 giugno 2007

Mortadella e soci non finiscono di stupire, e io pago !!!

Su Alitalia, una parentesi non fuori tema (è sempre questione del «nuovo diritto»). Deliberatamente, Prodi ha posto condizioni tali (il pagamento degli immensi debiti accumulati dai parassiti alati) da costringere al ritiro tutti coloro che vorrebbero comprarla. Perché? E' facile indovinare: alla fine, a prendere Alitalia sarà De Benedetti, magari in cordata Sanintesa e Della Valle, con mediazione Goldman Sachs. A quel punto, il bando di asta sarà stato modificato: visto che la prima è andata deserta, Prodi ripulirà Alitalia dal debito (che pagheremo noi contribuenti) e la darà a De Benedetti ai prezzi stracciati - nessuno la voleva - a cui gli ha già regalato mezzo IRI. E tutto ciò, era deciso fin dal principio.

lunedì 18 giugno 2007

Governo dei furbetti

Asta Alitalia, giallo su Aeroflot
Prima il ritiro, poi la smentita

MOSCA - "Non ci siamo ritirati dal partecipare alla gara. Tutto dipende dalle condizioni". Il portavoce dell'Aeroflot smentisce così le indiscrezioni, diffuse in mattinata, che parlavano di un ritiro dalla gara per gli asset di Alitalia. Una notizia che anonime fonti russe spiegavano così: "Il governo italiano non vuole sviluppare la compagnia nazionale, ma ottenere solo la massima quantità di soldi".

giovedì 14 giugno 2007

UN GRANDE STATISTA ? PUTIN VLADIMIR


se mai esiste ancora uno statista con la esse maiuscola questo e' Putin.
Ragiona e pensa non per tornaconto personale ma per la sua Nazione come appunto si conviene ad uno statista non come i nostri politicanti che al massimo sono solo degli amministratori del malaffare, che non hanno una idea dico una che non sia la solita trita e ritrita della ideologia di sinistra diventata Democratica. Leggetevi questo articolo su quello che questo antidemocratico ha detto ad una conferenza stampa che nessun media occidentale ha dovutamente riferito.E' veramente un silenzio assordante.

Francia mini rivoluzione fiscale per il bene della nazione

La gestione Sarkozy è cominciata con una detassazione: quella degli straordinari.
Chi lavora ore straordinarie si trova in tasca di più di quando lavora nell’orario normale.
Geniale: questa detassazione selettiva è volta a incentivare la voglia di lavorare.
In questo senso, è l’esatto opposto ideologico del mantra della sinistra francese, la settimana obbligatoria di 35 ore. continua

I nostri politicanti economisti (VISCO/ PADOA SCHIOPPA ) neanche sono in grado di copiare o vedere quello che fanno gli altri ........

lunedì 11 giugno 2007

IL DISCORSO DELLA MONTAGNA ( I/XV )


Matteo 5,1-12

1 Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. 2 Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
3 «Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4 Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
5 Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7 Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8 Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9 Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10 Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.

Economisti di bassa lega

Questi modi di pensare non sono rari su internet. Purtroppo. E devo pensare che nella vita reale saranno pure più numerosi, tra gli "addetti ai lavori". D'altronde le università sfornano miniIGB(Il Grasso Banchiere) in continuazione che quando vedono un albero in un prato pensano ad una congrua voce "legname" tra i "ricavi" di un "conto economico" iscritto in un "libro contabile" e non certo al piacere di starsene alla sua ombra per farsi una pennichella* in un afoso pomeriggio estivo..

E quando l'ultimo albero sarà tagliato e l'industria dei mobili in crisi daranno la colpa ai consumatori che non vogliono comprare tavoli di plastica ma che pensano solo a spendere soldi per curarsi dalle insolazioni.

Questi sono gli economisti.

Per approfondire il discorso: "I negrieri del soldo" e "Il riflusso bancario per i non-iniziati".

tutto l'articolo

domenica 10 giugno 2007

TASSE TANTE TASSE

Presto il governo abbasserà le tasse, perché l'ha promesso il ministro Padoa Schioppa, che è una persona competente e onesta.
E perché la lotta all'evasione di Visco sta avendo successo, ed ha aumentato gli introiti fiscali.

La cura è riuscita.
Il malato è morto.

sabato 9 giugno 2007

Speciale rifiuta la Corte dei Conti

SPECIALE RIFIUTA L'INCARICO. L'EX COMANDANTE HA INVIATO UNA LETTERA AL MINISTRO DELL'ECONOMIA ,TOMMASO PADOA-SCHIOPPA CON LA QUALE RIFIUTA LA NOMINA ALLA CORTE DEI CONTI."VOGLIO ANDARE IN PENSIONE ANTICIPATA",HA DETTO IL GENERALE AL SENATORE DE GREGORIO.IO "NON VOGLIO DARE L'IMPRESSIONE-HA SPIEGATO SPECIALE-DI VOLERMI SVENDERE PER UN PIATTO DI LENTICCHIE.NEMMENO L'ULTIMO DEGLI ITALIANI DEVE PENSARE CHE IO VOGLIA RESTARE ABBARBICATO AD UNA POLTRONA...".SPECIALE AVREBBE POTUTO FAR RICORSO AL TARCONTRO LA DECISIONE PRESA DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI:"SONO UN SOLDATO-HA SPIEGATO ANCORA-SBATTO I TACCHI E OBBEDISCO,MI HA DESTITUITO IL GOVERNO DEL MIO AMATO PAESE".TUTTAVIA AL SENATORE IL GENERALE SPIEGA:"MI SENTO COME SE MI AVESSERO VIOLENTATO,NON MI HANNO DATO NEANCHE L'ONORE DELLE ARMI".

che dire una vicenda che dimostra come sono fatti questi sinistri,non so se vi ricordate quando le stesse persone accusavano il governo del Berlusca quando la finanza ficcava il naso nei suoi affari.
Evidentemente non conoscono la parabola :
"Non fare agli altri quello che non vorresti che fosse fatto a te".

mercoledì 6 giugno 2007

Poveri noi

Intere civiltà sono state corrotte dal sistema del credito facile, che ha promesso e dato, per un certo tempo, una «bella vita» fatta di auto a rate, telefonini multicolori, gadget elettronici, jeans made in China fatti sentire, dalla pubblicità, come «necessari», «cose di cui non potete fare a meno» per non essere disprezzati dal vicino.

Il
sistema della finanza creata dal nulla è infatti radicalmente
corruttore dell'umanità, ha bisogno di una umanità corrotta da falsi
desideri e da febbrili ricerche di godimenti per durare.

Le dosi di
moneta cattiva, di moneta falsa, vengono continuamente aumentate e
richieste dai popoli corrotti dal consumismo scemo, a sua volta
eccitato dall'edonismo propagandistico.

«Soddisfa la tua sete», «non rinunciare a nulla», invita incessantemente la pubblicità: tutto quello che vuoi e non puoi permetterti, lo puoi avere a credito.

Ma intanto, viene decretata la fine dell'abbondanza, con la scusa del riscaldamento climatico («troppe industrie, troppi viaggi di piacere, è ora di ridurre i consumi»).

Intanto,
sotto gli occhi ciechi dei consumatori consumisti, i veri protagonisti
del grande trucco finanziario si stanno ritirando dai mercati
speculativi.

Crescono le «private equities», entità che
comprano imprese quotate a mazzi, e le tolgono dalla quotazione di
borsa: le azioni di queste imprese non sono più offerte al pubblico, ma
in mano a pochi privati.

Di fatto, in questa tendenza va riconosciuto un enorme, silenzioso accaparramento di beni reali.

Sotto
i nostri occhi, si intraprendono guerre insensate, che giustificheranno
le future miserie che le mani forti ci stanno preparando.

Le mani forti non fanno che moltiplicare conflitti: da ultimo, con la Russia di Putin.

La speranza è in una deflagrazione: tanto, lorsignori, in guerra non ci vanno mai, e non ci hanno mai perso nulla.

E
sotto i nostri occhi chiusi, le Banche Centrali vendono il nostro oro -
oro dei cittadini contribuenti, la riserva della nazione, i suoi
risparmi - di fatto sottocosto.

Ad un prezzo controllato, non troppo
basso (manderebbe un segnale di deflazione), ma nemmeno troppo alto,
perché ciò smaschererebbe la pseudo-moneta che vogliono teniamo in
tasca.

Un prezzo manipolato.

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lunedì 4 giugno 2007

Moneta debito? Se la conosci la eviti





di Pierluigi Paoletti www.centrofondi.it

Quanto è importante lo strumento che usiamo?
Quanto il suo uso può condizionare il nostro comportamento?
Secondo il diritto penale lo strumento in se è ininfluente, determinante è l’uso che se ne fa e l’esempio più classico è quello del coltello che può essere utilizzato sia per tagliare il pane che per uccidere.
Nel caso della moneta invece possiamo affermare al di là di ogni ragionevole dubbio, tanto per rimanere in ambito giuridico, che l’uso di una moneta rispetto ad un’altra cambia radicalmente ogni aspetto della nostra vita. Pensate che sia un’affermazione azzardata? Vediamo se riusciamo a dimostrarvi il contrario.

La nostra moneta ufficiale, l’euro, come tutte le altre monete a corso forzoso, la cui accettazione è imposta dalla legge, è una moneta basata sul debito. Lo stato, che ogni anno deve adeguare la quantità di moneta in circolazione, necessaria per lo scambio di beni e servizi, si indebita con la banca centrale che stampa il denaro, emettendo titoli di debito (Bot, BTP, CCT ecc.) per un pari importo e sui quali deve pagare anche un tasso di interesse. Ora noi sappiamo che questa è una truffa bella e buona perché se la moneta deve essere solo la rappresentazione “cartacea” dei beni e servizi, ovvero della ricchezza prodotta in un territorio, la sua funzione dovrebbe essere praticamente neutra e non gravata da un debito a cui si devono aggiungere perdipiù i dannosissimi interessi.
(continua)

lunedì 28 maggio 2007

LIBERTA' D'ESPRESSIONE

Quando si difende la libertà di espressione di qualcuno, si lascia da parte il contenuto dei testi incriminati. Difendere il diritto ad esprimere un'opinione non significa giudicare quell'opinione come buona.

domenica 27 maggio 2007

RIVOLUZIONE RIVOLUZIONE


E ora di fre una bella rivoluzione , e' assurdo quello che ci fanno questi governanti che se ne fregano di noi cittadini e si fanno le leggi ad personam e per i loro accoliti.
Svegliamoci e' ora di andare in piazza e far cadere qualche testa, nel senso fisico del termine, pazienza se poi nella foga ne cadranno qualcuna di piu' e' uno scotto minimo da pagare alla societa' se questa serve per far ritornare un po' di sana civilta' nel nostro sedicente paese democratico governato da questi SINISTRI
Leggetevi questo articolo x approfondire

lunedì 21 maggio 2007

ancora a proposito di Unicredito e Capitalia

L'ottimo articolo in proposito di Blondet che ci illumina su questa ennesima schifezza all'italiana che ce la fanno passare come una grande strategia aziendale





Perfezionato il sistema del saccheggio
Maurizio Blondet
21/05/2007
Vincenzo Visco
La fusione Unicredit-Capitalia?
Tutti i media si buttano a lodarla.
E ad escludere che, questa volta, ci sia entrata la politica.
La verità è - dunque - l’esatto contrario.
Risulta che Profumo non voleva comprare Capitalia, né mettersi con il pregiudicato bancarottiere Geronzi.
Come spiega il Financial Times, «l’acquisizione da 22 miliardi di euro di Capitalia sembra porre a rischio la tendenza (di Profumo) di ridurre l’esposizione ad un solo mercato».
Profumo ha sempre detto di voler «internazionalizzare».
E lo dice ancora, con parecchi soldi in meno.
Anche con il peso morto di Capitalia, «la banca resta internazionale e genererà ancora il 53% dei suoi introiti fuori d’Italia. … Avremmo fatto qualcosa di simile in Germania, ne avessimo avuto la possibilità».
Nessuna esultanza, come si vede.
Insomma Profumo ha dovuto obbedire.
Obtorto collo.
Alla politica.
Quale politica?
Geronzi ha ricevuto piogge di avvisi di garanzia per Parmalat, Cirio, e le mancate comunicazioni a Bankitalia sui crediti in sofferenza dei partiti.
Già, perché Capitalia ha salvato i DS dalla bancarotta.
Leggi tutto l'articolo

domenica 20 maggio 2007

Fast Food Estrogeni ed adesso scie chimiche

Cosa pensereste se veniste a sapere che tutti i giorni ci scaricano sulla testa tanti ma tanti di quei veleni per fare non so che'?
Guardate il cielo e se vedete delle strisce bianche che faticosamente si allargano ma che non vaporizzano, ecco quella e' una bella irrorata di agente chimico.
Avete mai spruzzato qualche "DDT" sugli insetti be' la parte degli insetti la stiamo facendo noi.
Per approfondire

NON SONO STATO IO

CRONACA

La schedina fortunata è stata giocata a Savignano sul Rubicone (Forlì-Cesena)
Si tratta della seconda più ricca vincita nella storia del gioco; il record nel 2005 a Milano

La titolare della tabaccheria: "Ha vinto sicuramente un nostro sistema"

ROMA - Centrato il 6 da 71.439.610 euro al concorso del Superenalotto a Savignano sul Rubicone (Forlì - Cesena), frazione Capanni, in Emilia Romagna. La vincita complessiva è di 71 milioni 547 mila euro, dal momento che il vincitore ha centrato, oltre al 6, anche sei 5. La schedina è stata giocata alla tabaccheria Rinaldi di P.za Colombo, 3. Si tratta della seconda più ricca vincita mai realizzata nella storia del Superenalotto.

Se infatti la prima vincita da record che si ricordi è quella del 31 ottobre 1998, quando Superenalotto portò 63.329.539.100 delle vecchie lire (32.706.977,38 EUR) a 100 fortunati giocatori di Peschici (Foggia), il record precedente a quello odierno fu invece stabilito il 4 maggio 2005 con la vincita da capogiro di 71.767.565,57 euro a Milano.

giovedì 17 maggio 2007

P I E D I N O alla ricerca della valle incantata


Piedino e' il protagonista di una fortunata serie di cartoni animati sui dinosauri che a mio figlio piace tantissimo.
Quindi quale cosa migliore e' stata una gita con la scuola a vedere dal "VIVO" queste creature.












http://www.lepietredeldrago.it/

mercoledì 16 maggio 2007

Gasparri Gasparri

Che ci fara' Gasparri ex Ministro delle comunicazioni come Direttore non esecutivo della TELIT industria Israelianissima con sede a Trieste ? In odore di tecnologia da intercettazione d'intelligence ( MOSSAD ) etcc.....

Mah.!!!!

X approfondire qui un articolo del solito ottimo Blondet e qui la faccina del ns onorevole nell'organigramma della Telit.







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I soldi di carta...straccia



Le tre firme sulle banconote della Repubblica Italiana



(di Sandro Pascucci)



Ricordate

le 500 lire di carta, con il Mercurio Alato? Quelle erano

dello Stato, erano nostre, non dovevamo restituirle

a nessuno
e nessuno ci chiedeva interessi a

fine anno. Non c'era scritto «Banca d'Italia» ma «Repubblica

Italiana - Biglietto di Stato a corso legale». Le

firme erano del Direttore Generale del Tesoro, del Cassiere

Speciale e c'era il visto della Corte dei Conti. Invece

nelle banconote emesse dalla Banca d'Italia le firme sono

del Governatore e del Cassiere, che sono Privati e

non fanno parte dello Stato! E gli «americani» ?

beh, si sa che loro sono sempre un passo avanti! infatti

hanno la Federal

Reserve
, un Ente totalmente PRIVATO, presente sulle

pagine gialle appena dopo la Federal Express!



per approfondire il furto del signoraggio la madre di tutti i mali





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lunedì 14 maggio 2007

Non c'è peggior cieco di chi non vuole vedere, né peggior sordo di chi non vuole sentire


Per legge impongono metodi terapeutici antitumorali che fanno bene solo alla salute delle grasse compagnie del farmaco,e questi sono di sinistra, diciamo che sono SINISTRI.


Finanziaria 2007 Riflessi etici scientifici terapeutici sociali


La Finanziaria 2007 (al comma 796, lettera Z), ha abrogato la disposizione di legge introdotta sotto pressione dell'opinione pubblica nel 1998, la cosiddetta «legge Di Bella» (articolo 3, comma 2 Decreto Legge numero 17 del 23 febbraio 1998, convertito con modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, numero 94), che consentiva al medico di prescrivere, al di fuori dei vincoli burocratici ministeriali, secondo scienza e coscienza, in base alle evidenze scientifiche, al momento in gran parte disattese dal prontuario del ministero della Salute.
Grazie a questa legge per anni i medici hanno potuto prescrivere farmaci di cui esisteva un razionale d'impiego scientificamente testato, ma ignorato dalle commissioni ministeriali (Prontuario).
Con la finanziaria 2007 la disposizione 94/98 non è più applicabile.
Il medico, per attenersi a queste disposizioni di legge, a questo coercitivo binario terapeutico, autentica dittatura terapeutica, non raramente sarebbe costretto a prescrizioni in contrasto con la propria coscienza, esperienza, cultura ed etica.
Gli è fatto esplicito divieto di prescrivere farmaci «off label» (fuori etichetta) per i cosiddetti usi «non previsti», anche se pienamente conformi ad un rigoroso e logico razionale d'impiego clinico basato sull'applicazione circostanziata, ragionata, consequenziale, delle evidenze scientifiche. Secondo il Giuramento di Ippocrate, il Codice deontologico, la Conferenza internazionale di Helsinki sulla etica medica, la Codificazione internazionale della medicina basata sull'evidenza (EBM), il medico non solo può, ma ha il dovere morale, umano, professionale, di applicare in ogni singolo caso e circostanza il farmaco meno tossico e più efficace.
La finanziaria 2007 fa nella maggioranza dei casi espresso divieto di applicare questi concetti ovvi, universalmente accettati e sottoscritti, umiliando la libertà e la dignità del medico con gravissimo danno per la salute degli ammalati.
Digitando nella massima banca dati medico scientifica www.pubmed.gov «Somatostatin or Octreotide (analogo) in cancer therapy», si evidenziano 23.000 pubblicazioni a conferma del suo potente e atossico effetto antitumorale.
Malgrado una conferma di questa portata, la Somatostatina, essenziale componente del MDB, di cui il professor Di Bella ha l'assoluta e incontestabile priorità d'impiego antineoplastico, non è prevista dal prontuario per la cura dei tumori, se non in rare eccezioni.
Il mancato inserimento nel prontuario di questa e di altre molecole antitumorali del MDB ampiamente confermate in letteratura come Melatonina, Retinoidi, Vit.D3, ecc, evidenzia la chiara e grave frattura tra dato scientifico e clinico-terapeutico imposta dalla finanziaria, frattura tanto facilmente verificabile, quanto eticamente imperdonabile e scientificamente insostenibile.
Infatti ricercando queste molecole su www.pubmed.gov e aggiungendo «in cancer therapy» [ricerca del 24 /03/2007] si evidenziano:
- somatostatina e/o Octreotid in cancer therapye 23.725 pubblicazioni, tra cui quella del premio Nobel Schally
- retinoidi 10.629 pubblicazioni
- vitamina D3 4.445
- melatonina 1.052
- vitamina E 1.506
- vitamina C 1.234
- calcio 6.289
- inibitori prolattinici: cabergolina 181
- condroitinsolfato 103
- omega 3.502
- glucosamine 123
- seleniometionina 114


Ritengo utile informare che questi farmaci, validati nello loro efficacia antitumorale e tollerabilità da una evidenza scientifica di questa portata, non sono altro che i componenti del Metodo Di Bella, esclusi dal prontuario malgrado una documentazione scientifica internazionale di questo livello.
Sono invece previsti a carico del SSN, e pertanto del contribuente, protocolli chemioterapici, di costi e tossicità elevati, di dubbia utilità terapeutica, penalizzati dall'induzione di un'inaccettabile percentuale di mortalità denunciata anche da un'agenzia della Reuters Healt [Wesport, CT 2001-05-17]: «Unexspected high mortality rated associated with chemoterapy regimen...» («Non ci si aspettava un tasso di mortalità così elevato associato ai protocolli chemioterapici...»).
Il dato è confermato dalla pubblicazione di Gerrard M. e AA [Br.J.Cancer 1998 Jun 77 (12) 281-5] con l'11% di decessi, non causati dal tumore ma unicamente da protocolli chemioterapici per malattie linfoproliferative tra i quattro giorni e gli undici mesi, dal suo inizio.
L'elevato effetto mutageno, la grave tossicità, la depressione immunitaria indotte dalla chemio, ne spiegano i gravi limiti.
Tutte le attuali terapie oncologiche valutate nel loro complesso, sono ferme, malgrado statistici funambolismi e mediatici trionfalismi, ad un 29% di sopravvivenza a 5 anni (M.A. Richards, D .E. Stockson e AA (BMJ 2000; 320:895 - 898), non ottenuta dalla chemio, ma da chirurgia+radioterapia+chemio.
Di questo 29% solo il 2,5% è dovuto alla chemio, come documentato dalla nota pubblicazione
«The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5- year survival in adult malignancies» di Morgan G. e AA sulla prestigiosa rivista oncologica internazionale Clin. Oncol [2004 Dec.16 (8):549-60]. Questa pubblicazione ha la massima affidabilità e rilevanza scientifica per tre caratteristiche raramente riscontrabili in altri studi clinici e ancora più difficilmente coesistenti: 14 anni di osservazione dei pazienti, 22 diverse varietà neoplastiche studiate, una base statistica dell'ordine di grandezza di 225.000 pazienti.
Obiettivo della pubblicazione era la valutazione del reale contributo della chemio al raggiungimento dei 5 anni di sopravvivenza.
L'avvilente e disarmante risultato dello studio clinico documenta che su cento ammalati di tumore la chemioterapia consente solo al 2,3% di raggiunge i 5 anni, ma lo Stato italiano la impone per legge.


La chemio di Stato oltre molteplici e gravi danni, spesso permanenti, può produrre una tossicità tale da uccidere 11 pazienti su cento trattati, ma lo Stato fa obbligo al medico di prescriverla.
Nel fiore all'occhiello della chemio, i linfomi e le varie malattie linfoproliferative, dal citato lavoro di Morgan e AA, emerge evidente e documentato il dato che solo il 10,5% degli ammalati raggiunge i 5 anni.
Questi sopravvissuti, a causa dell'effetto mutageno della chemio praticata, sono però penalizzati dal doppio di possibilità di ammalarsi successivamente di tumori solidi rispetto alla media.
Pertanto tutte le statistiche oncologiche ufficiali di sopravvivenza vanno drasticamente ridimensionate.
Dopo i fatidici cinque anni la percentuale dei sopravvissuti decresce rapidamente negli anni successivi, come dimostrato da Lopez e AA nello studio clinico «Long - term results… Experience at the 20 th…» pubblicato su GacMed Mex [1998 mar. Apr, 134 (2):145-5].
Questo studio clinico certifica che la metà dei pazienti sopravvissuti a cinque anni, nel lungo termine muore per recidive tumorali.
Dalla finanziaria 2007 questi protocolli chemioterapici sono di fatto imposti come terapia unica di Stato a medici e pazienti, con l'onere per il contribuente di quasi centomila miliardi di vecchie lire l'anno.
Questi risultati hanno messo in crisi il rapporto di fiducia tra cittadino e istituzioni statali, accademiche sanitarie, clamorosamente emerso nel 1998 con le pubbliche dichiarazioni e testimonianze di numerosi ammalati di tumore guariti col Metodo Di Bella.
Quel contenzioso tra cittadini e istituzioni sanitarie statali, oncologiche e accademiche ufficiali, anche se silenziosamente, dal 1998 si è progressivamente aggravato, deteriorandosi al punto tale che in Italia, su quattro ammalati di tumore, tre rifiutano la chemioterapia.
Il dato emerge da un ampio studio statistico nell'ambito della Comunità Europea, condotto dal medico ricercatore Alex Molassiotis, che ha documentato come gli italiani nel rifiuto della chemio, siano al primo posto in Europa, dove è progressivamente decrescente la percentuale di ammalati disponibili ad accettare la chemioterapia.
Al momento in Europa 1 su due rifiuta la chemio.
Il dato fu pubblicato con grande rilievo poco più di 1 anno fa dal Quotidiano Nazionale, nel corso di un'intervista ad un illustre oncologo.
Anche noti organi di stampa europea, tra cui lo «Der Spigel», hanno trattato le ragioni del rifiuto sempre più esteso della chemio in un articolo ampiamente ripreso e diffuso da vari organi d'informazione e siti, tra cui: www.whale.to/a/chemo1.html .
Significativo il titolo «German Magazine Spiegel Tells the Truth About Chemo Treatment» («Il giornale tedesco Spiegel racconta la verità sulla chemioterapia»).


Uno dei giornali più letti in Germania, lo Spiegel, ha recentemente pubblicato un articolo di tre pagine sull'inutilità della chemioterapia.
Mentre gli oncologi dicono ai loro pazienti che la chemio aiuta ad incrementare l'aspettativa di vita, le statistiche hanno rivelato che per i tumori più comuni la chemioterapia non migliora assolutamente la situazione.
Nei casi di tumore alla mammella, la chemioterapia diminuisce addirittura la sopravvivenza media da 24 a 22 mesi, nel tumore alla prostata da 19 a 18 mesi…
Tutto sommato, la chemioterapia non agisce sui più comuni tipi di tumore.
Ciò che appare come una sorpresa per il lettore medio il lettore informato di farmacologia lo sapeva già da lungo tempo: il libro del dottor Ralph Moss «Questioning chemotherapy», un'analisi di un cospicuo numero di studi, rivela il medesimo risultato.
Il perché la medicina ortodossa continui a voler spendere più del 15% su questa inutile ed eccessivamente costosa terapia, rimane un mistero per quasi tutte le persone con un quoziente intellettivo di 3 cifre, tranne per coloro che, chiaramente, hanno capito che le aziende farmaceutiche non si occupano di aiutare i pazienti ma di guadagnar denaro.
Anche la massima agenzia internazionale di stampa, la Reuters, ha diffuso la citata notizia sull'alta tossicità e la scarsa efficacia della chemio, denunciando un'inaccettabile percentuale di mortalità: Reuters Healt [Wesport, CT 2001-05-17]: «Unexspected high mortality rated associated with chemoterapy regimen...» («Non ci si aspettava un tasso di mortalità così elevato associato ai protocolli chemioterapici...»).
Il dato è confermato dalla pubblicazione di Atra M. e AA [Br. J. Cancer 1998 Jun 77 (12) 281-5] con l'11% di decessi, non causati dal tumore ma unicamente da protocolli chemioterapici per malattie linfoproliferative tra i quattro giorni e gli undici mesi, dal suo inizio.
L'elevato effetto mutageno, la grave tossicità, la depressione immunitaria indotte dalla chemio, ne spiega i gravi limiti.
A fronte di questi risultati della chemio, sono già pubblicati su riviste internazionali e reperibili per esteso nel sito ufficiale www.metododibella.org studi clinici che documentano col MDB, nelle malattie linfoproliferative, una sopravvivenza dell'80% a 5 anni, e nei tumori polmonari in stadio 3° e 4°(critico-terminale), un incremento dell'aspettativa di vita del 300%, con un evidentissimo recupero della qualità di vita rispetto alle mediane di sopravvivenza tratte dai dati oncologici ufficiali internazionali.
Senza alcuna mortalità o rilevante tossicità causata dal MDB.


Nel trattato «Il Metodo Di Bella» ho riportato i componenti del MDB e il loro meccanismo d'azione dalla chimica alla biologia molecolare, documentandolo con oltre 2000 voci bibliografiche.
Negli attuali protocolli oncologici ciclo dopo ciclo, per l'elevato effetto mutageno dei chemioterapici, la selezione naturale agisce sulla variazione genetica conferendo un vantaggio evolutivo al fenotipo neoplastico.
Il continuo incremento di queste mutazioni chemioindotte, sommato alla naturale attitudine mutagena del fenogenotipo neoplastico, conferisce ovviamente alla cellula tumorale un vantaggio in termini evolutivi e proliferativi, che viene trattenuto dalla selezione, producendo ceppi sempre più resistenti, fino alla refrattarietà, proliferativi, invasivi, che colonizzano con crescente facilità, un organismo sempre più debilitato dalla chemio, che ne ha sovvertito strutture e funzioni vitali.
Un tumore inoperabile è comunemente considerato una condanna, ma in effetti è anche la chiara conferma della totale, reale, anche se inconfessata, incapacità della chemioterapia di eradicarlo.
La logica conseguenza della selezione chemioindotta di cellule sempre più aggressive in un organismo sempre più debilitato, non può che essere la frequente, anche se non ammessa, disseminazione neoplastica incontrollabile, che frequentemente, dopo variabili periodi, conclude dopo illusoria e temporanea riduzione volumetrica tumorale, i cicli chemioterapici.
L'oncologia, a fronte delle migliaia di pubblicazioni oggi reperibili a conferma dell'attività antiblastica di ogni componente del MDB (oltre un migliaio riportati nel portale ufficiale www.metododibella.org, oltre duemila nel trattato «Il Metodo Di Bella»), e del reciproco sinergico potenziamento, non può moralmente e razionalmente, scientificamente, giustificare l'ostinazione a fare della chemioterapia il fulcro, l'asse portante della terapia del cancro, e a rifiutare un esame attento, profondo, e soprattutto non prevenuto, delle basi scientifiche del MDB.
In conclusione: i presupposti scientifico clinici della chemioterapia stanno progressivamente vanificandosi, mentre l'aumento esponenziale di studi sperimentali e clinici sulla «terapia biologica» dei tumori (il termine è stato coniato dal professor Di Bella ad un congresso internazionale nel 1981) documenta che l'asse scientifico clinico terapeutico dell'oncoterapia si sta spostando da terapie citolitiche a terapie biologiche esattamente come anticipato dal professor Di Bella oltre 30 anni fa.
La libertà terapeutica del medico deve essere categoricamente rispettata e tutelata nell'interesse primario dell'ammalato, ma anche nella disgraziata ipotesi di una dittatura terapeutica, le commissioni ministeriali dovrebbero recepire e far applicare i dati più aggiornati e documentati della ricerca, le «evidenze scientifiche».
Non essendo questa la realtà italiana, molti si stanno attivando per chiedere alle competenti istituzioni di inserire nel prontuario almeno la somatostatina.


E' in corso infatti una raccolta di firme su scala nazionale per chiedere al ministro della Salute l'erogazione da parte del SSN della Somatostatina in fascia A per tutte le patologie tumorali. Abbiamo oltre 60.000 firme, e l'obiettivo delle 100.000 non è lontano.
Fine dell'iniziativa è superare l'ostruzionismo al MDB, in presenza di una corrente prassi terapeutica dal profilo dogmatico ed impositivo, caratterizzata spesso da elevata tossicità e dimostratasi non in grado di eradicare la maggior parte delle neoplasie.
Ormai la documentazione della determinante efficacia della somatostatina, su denominatori comuni a tutti i tumori, ha raggiunto una tale ampiezza ed evidenza da vanificare ogni obiezione scientifica alle sue indicazioni in tutte le patologie tumorali.
Il Vangelo recita: «Non c'è peggior cieco di chi non vuole vedere, né peggior sordo di chi non vuole sentire».
Il disprezzo per la verità e la pervicace negazione dell'evidenza, che ci sembra una mancanza di rispetto per chi soffre di tumore e per i familiari, ha vanificato sinora ogni iniziativa tesa a spiegare e documentare gli innovativi e determinanti progressi apportati dal MDB nella terapia oncologica.
I firmatari chiedono ai rappresentanti della nazione di difendere gli ammalati di tumore da ogni imposizione da parte di chi si ostina a non voler vedere verità evidenti, confermate da ampio e crescente riscontro nella letteratura e ormai documentate nella loro potenzialità terapeutica.
Il problema pertanto non è più scientifico, ma sociale, politico e civile.
La gente chiede giustizia e il rispetto della libertà di scelta terapeutica sancita dall'articolo 32 della Costituzione.*


Giuseppe Di Bella

*

Art. 32.

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.