sabato 14 luglio 2007

IL FATTO NON SUSSISTE

La scuola crollò per un sisma nel 2002, causando la morte di 27 bambini e di una maestra
Per l'accusa, gravi inadempienze nella costruzione. Dura la reazione dei genitori
San Giuliano, assolti tutti gli imputati
"Li avete uccisi due volte. Vergognatevi"

LARINO - Tutti assolti, perché "il fatto non sussiste". Con queste parole il giudice monocratico Laura D'Arcangelo del Tribunale di Larino ha assolto tutti e sei gli imputati per il crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia (Campobasso) che il 31 ottobre 2002 causò la morte di 27 bambini e di un'insegnante.

Per quella tragedia la pubblica accusa aveva chiesto condanne fra i dieci e i cinque anni di reclusione per due tecnici, tre imprenditori e il sindaco di San Giuliano di Puglia, Antonio Borrelli, che nel crollo perse una figlia. Tutti erano accusati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime e disastro colposo. Per i due tecnici c'era anche il concorso in falso ideologico.

Secondo l'accusa "la morte dei bambini sotto le macerie - ha spiegato il pm Nicola Magrone nella sua requisitoria - è stata causata dalle cattive condizioni in cui si trovava la scuola già prima del sisma, dato che ci sarebbero state numerose violazioni di norme nella sua costruzione".

La "causa" del crollo della scuola era da attribuirsi quindi alla sua gracilità strutturale ed il terremoto è stato solo l' "occasione" in cui la struttura è crollata. Già prima del terremoto, "era al limite del collasso" e "tra l'altro i muri sarebbero stati eretti violando leggi fondamentali, non sarebbero stati fatti rafforzamenti delle fondazioni e nessuno se ne sarebbe accorto perché sono mancati calcoli e collaudi". Ne sarebbe prova il fatto che il sisma colpì l'intera zona ma nessuna casa crollò: venne giù solo la 'Jovine' che quindi sarebbe crollata "per conto suo"



Ma a vincere è stata la difesa, che chiedeva l'assoluzione per tutti gli imputati: "La scuola ha resistito alle scosse della notte precedente di cui una di magnitudo 3,5 - ha detto l'avvocato Agostino De Caroche - che è stato sicuramente più forte del solo sussulto verticale del terremoto di magnitudo 5,9 che si è verificato il giorno dopo. Ebbene, la notte precedente la scuola non è caduta, non ha avuto lesioni". "Non aveva crepe, non aveva sofferenze, per cui - ha aggiunto l'avvocato - abbiamo la certezza che è stato il terremoto avvenuto in mattinata a farla cadere."

Al processo c'erano anche i genitori dei bambini morti nel crollo della scuola. Le mamme indossavano collane, tutte uguali, cui erano appese medagliette con le immagini dei volti dei loro figli. Immediata la loro reazione dopo la lettura della sentenza, che è stata accolta da proteste, con urla e insulti. E' stata anche lanciata una sedia. Alcuni parenti delle vittime hanno inveito contro gli imputati, venendo quasi alle mani. La situazione è stata tenuta sotto controllo dai carabinieri. "Ce li avete uccisi due volte. Due volte - ha gridato la madre di una delle piccole vittime - Vergognatevi. Qui c'è gente che ha perso il suo unico figlio o ne ha persi due".

"E' stata legalizzata l'illegalità", ha commentato il presidente del Comitato vittime della scuola di San Giuliano di Puglia, Antonio Morelli. "Con questa sentenza - ha aggiunto - a San Giuliano nessuno si potrà meravigliare se si costruisce in difformità alle leggi. Agiremo di conseguenza. Questo è il rispetto che hanno per quei bambini morti. Porci e corrotti. Oggi abbiamo capito che in Italia regna l'ingiustizia".

La sentenza ha scosso anche il pm. "Sono molto, molto triste - ha dichiarato - Sono convinto che questi bambini li hanno uccisi le persone ma continua in Italia una lunghissima storia in cui tutto quello che accade è dovuto alla natura e gli uomini sono tutti santi".

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