domenica 6 maggio 2007

Comprare casa oggi e domani e .........AUGURI

le case italiane costano moltissimo e non fanno che salire, la media è 3.500 euro al metro quadro a Milano.
Al punto che i giovani, per lo più precari, non possono permettersi un bilocale.
E’ vero, il mercato immobiliare italiano è atrocemente paralitico e bloccato, non è «mercato» per scarsità estrema di offerta e inefficienza edilizia.
Ma questo non cambia il dato di fondo, la tendenza storica.
Anche i nostri salari tendono, storicamente, a raggiungere quelli cinesi (che intanto salgono, ma poco).
Per le case in Italia, la tendenza storica sarà contrastata, ma alla lunga è ineluttabile.
Non solo i «compratori» aspiranti sono i giovani da mille euro al mese: la «domanda» che incontra una «offerta» da 300 mila euro per un trilocale modesto.
C’è anche il fatto che l’Italia invecchia: i vecchi muoiono e liberano l’appartamento, o lo mettono sul mercato per stabilirsi in campagna o ridursi, vista la miseria delle pensioni.
Poiché ci sono più vecchi che giovani, la «offerta» finirà storicamente per prevalere sulla domanda, deprimendo i prezzi.
Ciò significa tante conseguenze gravi.
Ne citiamo solo una: i giovani che oggi si svenano per comprare un bilocale carissimo, con mutuo di 35 anni, alla fine dei 35 anni avranno una casa vecchia che varrà molto meno di oggi, non fosse per il solo fatto che gli aspiranti compratori saranno di meno per cause demografiche.
Un «attivo» deprezzato, appunto, che non vale il sudore, il tirar di cinghia e la miseria di una generazione intera.
Lo stesso per le azioni: i vecchi le vendono per consumarsi i risparmi e pagarsi la badante, ma i compratori - figli e nipoti - sono in numero minore dei vecchi, saranno sempre meno, e avranno salari più bassi.
Le compreranno gli extracomunitari?
Forse, a voler essere ottimisti.
Ma non al prezzo del boom borsistico di oggi.
E’ la rivincita dell’economia reale sui trionfi cartacei della finanza.
E’ il risultato finale della globalizzazione nei Paesi (ex) sviluppati, (ex) industriali.
La «corsa verso il basso», come diceva quel sant’uomo di Ross Perot.
Gli americani non lo vollero come presidente, gli pareva un matto.
Ora hanno Bush.

Maurizio Blondet

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