I banchieri centrali decidono una grande immissione di liquidità
nel sistema bancario. Operazione inferiore solo a quella fatta dopo l'11 settembre
Crisi mutui, la Bce avverte
"Pericoli anche per l'Europa"
"E' opportuno tenere sotto osservazione i mutamenti del clima di fiducia"
Bush: "La nostra economia è forte e sul mercato c'è abbastanza liquidità"
FRANCOFORTE - "Il mercato mondiale dei prestiti a elevata leva finanziaria, ivi compreso un ampio segmento europeo, mostra alcune analogie con il mercato statunitense dei mutui ipotecari di qualità non primaria (sub-prime) che potrebbero dar adito a timori per la stabilità finanziaria nel caso di una svolta avversa nel ciclo del credito". Lo afferma la Banca Centrale Europea in un articolo dedicato ai 'Leveraged buyout e la stabilità finanziaria', contenuto nel consueto Bollettino mensile. In parole povere i banchieri centrali temono che la crisi dei mutui non onorati scoppiata negli Usa possa investire anche l'Europa. In campo scende anche il presidente Usa George Bush che ricorda: "La nostra economia è forte e sul mercato c'è abbastanza liquidità".
L' osservazione della Bce arriva nel giorno in cui Bnp Paribas ha annunciato la sospensione di tre fondi che investono nel mercato americano dei suprime. La decisione presa da BNP Paribas fa seguito a quella assunta nei giorni scorsi in Germania da Union Investment Management Gmbh e da Frankfurt Trust di 'congelare' le richieste di rimborso a valere su strumenti analoghi. I fondi bloccati dall'istituto francese avevano asset per circa due miliardi di euro alla data del 27 luglio scorso, inclusi 700 milioni legati al credito cosiddetto 'sub-prime'.
E che non si tratti di un'ipotesi accademica lo rivela il fatto che la Bce abbia oggi fatto l'immissione di liquidità più grande mai svolta dalla banca centrale. Alle banche dell'eurosistema che temono una rarefazione della liquidità per un allargamento della crisi dei mutui subprime sono stati concessi 94,841 miliardi di euro, una mole di liquidità seconda solo a quella immessa sui mercati subito dopo l'attacco terroristico alle Twin Towers dell'11 settembre 2001: in due operazioni, il 12 e 13 settembre, allora la Bce fornì liquidità per 69 e 40 miliardi. In totale 109 miliardi di euro.
Gli elevati rapporti di leva finanziaria nei recenti buyout possono essere paragonati a rapporti elevati fra l'ammontare del prestito e il valore delle garanzie in mutui ipotecari di qualità non primaria, cioè i subprime. "Inoltre, la pratica della ricapitalizzazione dei dividendi, per cui i partner del leverage buyout possono beneficiare della crescente valutazione di mercato delle società obiettivo - spiega la Bce - è analoga al rifinanziamento dei muti ipotecari, che è stato un fattore importante a sostegno del mercato di qualità non primaria negli anni in cui erano in aumento i prezzi per gli immobili residenziali statunitensi. Dal momento che la concorrenza fra banche è stata notevole per l'attività di sottoscrizione e consulenza del mercato dei leveraged buyout, i criteri di erogazione dei prestiti possono essere peggiorati e potrebbero essere state adottate strutture più favorevoli ai prenditori, come i contratti di debito a clausole ridotte", osserva ancora la Bce, evidenziando come questo sia "analogo ai mutui ipotecari a soli interessi e ammortamento negativo applicati all'attività di erogazione di prestiti di qualità non primaria".
L' Eurotower osserva comunque come fra il mercato dei prestiti ad elevata leva finanziaria e quello dei mutui ipotecari di qualità non primaria "sussistono anche differenze importanti: quella principale è che, a differenza dei prenditori nei mercati dei mutui ipotecari di qualità non primaria, quelli dei mercati dei prestiti a elevata leva finanziaria sono in genere più sofisticati in termini finanziari. Sono stati quindi in grado di favorire accordi che in molti casi tutelerebbero dalle oscillazioni cicliche a breve termine. Nonostante queste strutture protettive - spiega la Bce - l'esperienza dei mutui ipotecari di qualità non primaria potrebbe fornire un'illustrazione di come il mercato dei prestiti ad elevata leva finanziaria potrebbe evolversi in un più ampio rallentamento del mercato creditizio".La paura della Bce è che "una flessione del mercato potrebbe esporre molti a condizioni di mercato che non erano state prese in considerazione nelle transazioni originali in termini di prezzo. Ad esempio, tassi di interesse di mercato più elevati potrebbero diminuire la copertura delle operazioni esistenti, spingendo forse alcuni di essi all'insolvenza".
Per il resto i banchieri di Francoforte continuano a vedere un pericolo prezzi. "Resta necessario intervenire con tempestività e fermezza per assicurare la stabilità dei prezzi nel medio periodo", è scritto nel bollettino di agosto, confermando dunque implicitamente ulteriori ritocchi al rialzo dei tassi d'interesse.
Il rincaro del petrolio, il profilarsi di vincoli di capacità e il potenziale rafforzamento della dinamica dei salari e dei costi, rileva l'istituto di Francoforte, "avvalorano i rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi nel medio-periodo". Pertanto "è essenziale vigilare con molta attenzione per evitare che si concretizzino rischi per la stabilità dei prezzi nel medio periodo".
Ai rischi sui prezzi, osserva l'Eurotower, si accompagna comunque una fase decisamente positiva e la Bce chiede ai governi di approfittarne per risanare i bilanci.
(9 agosto 2007)
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